i PALAZZI privati (prima parte)

"Questi palazzi, pur di solido marmo, (...) dalla base alle gronde sono dipinti con scene di battaglie genovesi, con mostruosi Giovi e Cupidi e con note figurazioni della mitologia greca (...). Non ho mai letto né sentito che gli esterni delle case di qualsiasi altra città europea siano affrescati in questo modo." (Mark Twain)


"(...) le tenute a giardino, fra edificio ed edificio, con le viti che formano arcate verdi, coi boschetti di aranci e con gli oleandri fioriti, a venti, trenta e quaranta piedi al di sopra della strada (...)." (Charles Dickens, Pictures from Italy, 1846) 


"Una caratteristica sono i dipinti di architettura invece che della realtà. Ogni sorta di elaborata architettura  è rappresentata negli affreschi." (Herman Melville, 1857)


Uno dei segreti più affascinanti da svelare dei vicoli di Genova è la bellezza inaspettata racchiusa in molti edifici privati.
Spesso, passando distrattamente nelle caruggi e notando vecchi portoni, non ci accorgiamo che basterebbe superare quella soglia per essere catapultati in splendidi cortili, ninfei, scaloni e saloni nobiliari affrescati dai migliori artisti chiamati a Genova per decorare le dimore dei Patrizi.
Forse il vecchio adagio genovese o cû e i dinæ no se mostran à nisciun (il sedere e i soldi non si mostrano a nessuno) riflette più di tante parole questa caratteristica tutta genovese di evitare di ostentare e di mostrarsi all'esterno, senza però rinunciare ad abbellire le proprie dimore all'interno: la verità è forse che queste meraviglie erano concepite per essere gioia e piacere per gli occhi dei padroni di questi splendidi palazzi, e non per colpire il passante di turno o il forestiero.
Alcuni palazzi, a dir il vero, lasciano trasparire già all'esterno la loro bellezza negli affreschi che decorano le facciate (molti di questi rinati grazie a recenti restauri che hanno ridato loro lo splendore di un tempo rubato dai secoli) o nei portoni marmorei.
In questa pagina e nella successiva (i PALAZZI privati (seconda parte)) Vi porterò a visitare tutti i palazzi dei vicoli genovesi che spesso, come gemme preziose rinchiuse nei loro scrigni, si mostrano allo spettatore solo varcata la soglia d'ingresso.
Non aspettatevi dettagliate descrizioni dei palazzi, per quello ci sono fior fiore di guide alle quali non voglio sostituirmi, ma piuttosto accenni e foto, un'invito a tutti Voi ad addentrarvi nei vicoli e godere della bellezza che questi palazzi hanno conservato nei secoli superando guerre e trasformazioni urbanistiche.
Come vedrete, l'ordine in cui ho disposto i palazzi in questa pagina non è casuale: il tutto infatti è strutturato come una lunga passeggiata che, partendo da Piazza San Bernardo, vi condurrà fino in Via Balbi.
Vi rimando alla pagina dedicata a i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA per continuare la passeggiata con i palazzi fuori dal centro storico e le ville suburbane.


Tramonto estivo in Strada Nuova
(foto di Antonio Figari)






INDICE

(NB: in questa pagina troverete la descrizione dei palazzi dal paragrafo 1 al paragrafo 114;  Vi rimando alla pagina de i PALAZZI privati (seconda parte) per la descrizione dei palazzi dal paragrafo 115 al paragrafo 234) 


1. Palazzo Agostino e Giacomo Salvago
2. Palazzo Cereseto
3. Palazzo in Via San Bernardo n. 25
4. Palazzo De Marini 
5. Palazzo in Piazza San Bernardo n. 25
6. Palazzo Alessandro Giustiniani
7. Palazzo Marc'Antonio Sauli
8. Palazzo in Via San Bernardo n. 17
9. Palazzo in Piazza Embriaci n. 2
10. Palazzo Giulio Sale
11. Palazzo in Via San Bernardo n. 14
12. Palazzo in Via San Bernardo n. 10
13. Palazzo Saluzzo
14. Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo
15. Palazzo Stella
16. Palazzo Cattaneo della Volta
17. Palazzo Fulco De Castro
18. Casa del Boia
19. Palazzo Gio Andrea De Franchi
20. Palazzo Gaspare Basadonne
21. Palazzo Antonio Sauli
22. Palazzo in Piazza Sauli n. 4
23. Palazzo Airoli Franzoni
24. Palazzo Sauli (Piazza Sauli n. 7)
25. Palazzo in Via Giustiniani n. 8
26. Palazzo in Via Giustiniani n. 9
27. Palazzo Giustiniani Franzoni
28. Palazzo Giustiniani Franzoni (2)
29. Palazzo Giustiniani (Via Giustiniani n. 12)
30. Palazzo Marcantonio Giustiniani
31. Palazzo Gio Battista Saluzzo
32. Palazzo Acquarone Pieri
33. Palazzo Sopranis poi Peirano
34. Palazzo Giovanni Bernardo Veneroso
35. Palazzo in Piazza San Donato n. 23
36. Palazzo Paolo De Benedetti
37. Palazzo in Via San Donato n. 14
38. Palazzo del Doge Stefano Onorato Ferretto
39. Casa Massuccone
40. Palazzo in Via di Porta Soprana n. 5
41. Casa di Cristoforo Colombo
42. Casa di Niccolò Paganini
43. Casa Piola
44. Palazzo in Salita Pollaiuoli n. 13
45. Palazzo Agostino e Benedetto Viale
46. Palazzo Spinola Serra
47. Palazzo Fieschi Crosa di Vergagni
48. Palazzo Saluzzo-Veneroso
49. Palazzo Gio Andrea Cicala
50. Palazzo Antoniotto De Franchi
51. Palazzo in Vico Caprettari n. 3
52. Palazzo Centurione Gavotti
53. Palazzo Durazzo-Zoagli
54. Palazzo Senarega-Zoagli
55. Palazzo Bendinelli Sauli
56. Palazzo in Via San Lorenzo n. 15
57. Palazzo Sinibaldo Fieschi (Negrone De Ferrari)
58. Palazzo Orazio e Gio Francesco De Franceschi
59. Palazzo Cicala (Piazza Scuole Pie)
60. Palazzo Cicala (Piazza Scuole Pie n. 3)
61. Palazzo Lercari
62. Palazzo Stefano Squarciafico
63. Palazzo Emanuele Squarciafico
64. Palazzo Filippo Sauli
65. Palazzo Enrico Camilla
66. Palazzo Andriola Camilla
67. Casa dei Camilla
68. Palazzo in Vico Scudai n. 1
69. Palazzo Fieschi (casa natale di Santa Caterina Fieschi Adorno)
70. Palazzo De Marini Croce
71. Palazzo Pietro Durazzo
72. Palazzo Penco
73. Palazzo Bafico (Piazza delle Cinque Lampadi n. 17)
74. Palazzo in Vico delle Cinque Lampadi n. 1
75. Palazzo in Piazza delle Cinque Lampadi n. 19
76. Palazzo Serra (Piazza Banchi)
77. Palazzo Adorno
78. Palazzo Emanuele Filiberto Di Negro
79. Palazzo Ambrogio di Negro
80. Palazzo in Via San Luca n. 1
81. Palazzo Gio. Batta Senarega
82. Palazzo Gio. Battista Lercari
83. Palazzo Lercari (Via Orefici n. 2)
84. Palazzo in Campetto n. 3-5
85. Palazzo Gio. Battista Imperiale
86. Palazzo Gio. Vincenzo Imperiale
87. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 14-18 r
88. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 3
89. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 2
90. Palazzo in Via di Scurreria la Vecchia n. 5
91. Palazzo Nicolò Imperiale 
92. Palazzo Ottavio Imperiale (Sauli De Mari) - "del Melograno"
93. Palazzo Piazza Soziglia n. 1
94. Palazzo Eredi Gerolamo Chiavari
95. Palazzo Domenico Grillo
96. Palazzo Francesco Maria Doria
97. Palazzo Grillo Cattaneo
98. Palazzo Brancaleone Grillo
99. Palazzo in Piazza De Franchi n. 8
100. Palazzo in Via delle Vigne n. 7
101. Palazzo in Via delle Vigne n. 10
102. Palazzo Di Negro
103. Palazzo in Vico della Lepre n. 7
104. Palazzo dei Fattinanti
105. Palazzo Spinola Balestrino (Via della Maddalena n. 26 e Vico dietro il Coro delle Vigne n. 11) 
106. Palazzo in Piazza della Posta Vecchia n. 1 
107. Palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi
108. Palazzo Agostino De Franchi
109. Palazzo Antonio De Franchi
110. Palazzo De Franchi - Rebisso - Piaggio
111. Palazzo Maineri e Massone-Bianco di San Secondo
112. Palazzo Jacopo Spinola
113. Palazzo Spinola Zecchino
114. Palazzo Francesco Borsotto
115. Palazzo in Vico Superiore del Ferro n. 1
116. Palazzo De Mari
117. Palazzo in Via Luccoli n. 30
118. Palazzo in Via Luccoli n. 21
119. Palazzo Tomaso Franzone
120. Palazzo Nicolò Spinola di Luccoli (Palazzo Franzone Spinola)
121. Palazzo Ansaldo De Mari e fratelli
122. Palazzo Giovanni Garibaldi
123. Palazzo Stefano Doria (Palazzo Doria Serra)
124. Palazzo in Via Chiossone n. 7
125. Palazzo Doria Carcassi (Fondazione Carige)
126. Palazzo Doria Marana
127. Palazzo Antonio Grimaldi Cebà
128. Palazzo Gio Batta e Gio Stefano Doria
129. Palazzo Domenico Doria
130. Palazzo Giorgio Doria (Palazzo Doria Quartara)
131. Palazzo Lamba Doria
132. Palazzo Lazzaro Doria (poi di Andrea Doria)
133. Palazzo Doria Danovaro
134. Palazzo Giulio Pallavicini
135. Palazzo Doria De Ferrari Galliera
136. Palazzo Doria De Fornari
137. Palazzo Orsini
138. Palazzo Gerolamo Pallavicini
139. Palazzo in Vico dei Parmigiani n. 1
140. Palazzo Giacomo Spinola
141. Palazzo Agostino Spinola (Palazzo Spinola di Luccoli - Cervetto)
142. Palazzo Luciano Spinola di Luccoli
143. Palazzo Tomaso Spinola (Palazzo Spinola Pessagno)
144. Palazzo Giorgio Spinola
145. Palazzo Oberto Spinola (Palazzo Spinola Celesia)
146. Palazzo Clemente della Rovere
147. Palazzo Antonio Doria (Palazzo Doria Spinola)
148. Palazzo Spinola di Luccoli – Balestrino
149. Palazzo Ayrolo Negrone
150. Palazzo Paolo Battista e Niccolò Interiano (Palazzo Interiano Pallavicini)
151. Palazzo Nicolò Grillo Cattaneo
152. Palazzo Agostino Pallavicino
153. Palazzo Pantaleo Spinola
154. Palazzo Franco Lercari
155. Palazzo Tobia Pallavicino
156. Palazzo Angelo Giovanni Spinola
157. Palazzo Gio Battista Spinola
158. Palazzo Nicolosio Lomellini
159. Palazzo Lazzaro e Giacomo Spinola
160. Palazzo Nicolò Grimaldi (Palazzo Tursi)
161. Palazzo Baldassarre Lomellino
162. Palazzo Ridolfo Maria e Gio Francesco I Brignole Sale (Palazzo Rosso)
163. Palazzo Luca Grimaldi (Palazzo Bianco)
164. Palazzo Gerolamo Grimaldi (Palazzo della Meridiana)
165. Palazzo Montanaro (Casa Valery)
166. Palazzo Gio Carlo Brignole
167. Palazzo in Vico di Portanuova n. 5
168. Edificio in Vico dei Droghieri n. 1, 3, 5
169. Palazzo Gentile (Vico delle Fasciuole n. 14)
170. Palazzo in Via San Siro n. 2
171. Palazzo in Via San Siro n. 1
172. Palazzo in Vico San Siro n. 1
173. Palazzo Spinola De Mari
174. Palazzo Stefano Lomellini
175. Palazzo Bartolomeo Lomellini
176. Palazzo Benedetto Lomellini
177. Palazzo Giacomo Lomellini
178. Palazzo Gio. Domenico Spinola
179. Palazzo in Salita Carbonara n. 61
180. Palazzo Lomellini - Doria Lamba - Ponzone
181. Palazzo Gregorio ed Egidio Lomellini
182. Palazzo Cosma Centurione
183. Palazzo Lomellini Dodero
184. Casa di Mazzini
185. Palazzo in Via Lomellini n. 9
186. Palazzo Giorgio Centurione
187. Casa Medievale in Vico Adorno n. 6
188. Palazzo Alessandro Saluzzo
189. Palazzo del Lascito Canevari
190. Palazzo Gio Battista Centurione
191. Palazzo Cipriano e Babilano Pallavicini
192. Palazzo Cambiaso (Via al Ponte Calvi n. 6)
193. Palazzo Stefano e Felice Pallavicini
194. Palazzo Serra Gerace
195. Palazzo Filippo Spinola
196. Palazzo Nicola Cicala
197. Palazzo in Piazza dell'Agnello n. 9
198. Palazzo in Piazza dell'Agnello n. 7
199. Palazzo Pinelli
200. Palazzo in Piazza Pinelli n. 1
201. Palazzo in Piazza Pinelli n. 3
202. Palazzo Spinola di Pellicceria
203. Palazzo Pietro Spinola di San Luca
204. Palazzo Benedetto Gentile 
205. Palazzo Spinola in Via della Maddalena n. 34
206. Palazzo Lazzaro Grimaldi
207. Palazzo Stefano De Mari
208. Palazzo Spinola di San Luca-Gentile
209. Palazzo Ambrogio Spinola
210. Palazzo Cristoforo Spinola (Piazzetta Jacopo da Varagine n. 2)
211. Palazzo Gio Battista Grimaldi (Piazza San Luca)
212. Palazzo Nicola Grimaldi
213. Palazzo Gio Battista Grimaldi (Vico San Luca)
214. Palazzo in Vico Superiore di Pellicceria n. 1-1r-3r
215. Palazzo Pinelli Gentile (già Spinola e Salvago)
216. Palazzo Nicolò Spinola di San Luca
217. Palazzo in Via del Campo n. 2
218. Palazzo in Vico San Marcellino n. 3
219. Palazzo in Piazza San Marcellino n. 6
220. Palazzo in Piazza San Marcellino n. 4
221. Palazzo Antonio Doria Invrea
222. Palazzo Vico del Campo civico n. 2
223. Palazzo Bartolomeo Invrea (poi Palazzo Cardinale Cybo)
224. Palazzo Cesare Durazzo
225. Palazzo Lomellini - Serra
226. Palazzo Bartolomeo Rebuffo - Serra
227. Palazzo Gio Francesco De Ferrari (Palazzo Belimbau)
228. Palazzo Nicolò Lomellini (Palazzo Lauro)
229. Palazzo Cristoforo Spinola (Piazza della Nunziata. 6)
230. Palazzo Gio. Agostino Balbi
231. Palazzo Gio. Francesco Balbi
232. Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi
233. Palazzo Francesco Maria Balbi Piovera (poi Palazzo Raggio)
234. Palazzo Balbi (Palazzo dell'Ateneo, ex Collegio dei Gesuiti)
235. Palazzo Stefano Balbi (Palazzo Reale)


1. Palazzo Agostino e Giacomo Salvago


Palazzo Salvago
(foto di Antonio Figari)


Questo palazzo, sito in Piazza San Bernardo al civico 26, fu costruito per volere di Agostino e Giacomo Salvago nel 1532 nella curia medievale degli Streggiaporco.
Nel 1550 la piazza ed il palazzo furono oggetto di un "restyling" e le bande bianco e nere vennero coperte da uno strato di intonaco sul quale Ottavio Semino eseguì i suoi affreschi.
Nel restauro del 1937 si decise di riportare alla luce le antiche bande bianco e nere.
Lo splendido portale marmoreo cinquecentesco è opera di Giacomo della Porta e Nicolò da Corte.
Una curiosità è legata alle due figure sopra al portale: esse rappresentano due uomini selvaggi appoggiati a leoni che alludono al nome della famiglia ("Salvago" da "selvaggio").
Lo stemma della famiglia Salvago, che si trovava sopra il portale in mezzo ai due selvaggi, fu, come molti altri stemmi nobiliari, distrutto nell'ondata rivoluzionaria di fine settecento.


Il Portale di Palazzo Salvago
(foto di Antonio Figari)

Uno dei due uomini selvaggi sopra il portale di palazzo Salvago
(foto di Antonio Figari)


 
2. Palazzo Cereseto

Sito in Piazza San Bernardo al civico 24, questo edificio prende il nome dal senatore del Regno d'Italia che ne fu proprietario.
Edificato su preesistenze medievali, di cui si conservano tracce negli archi a sesto acuto ancora presenti, il palazzo raggiunge il suo massimo sviluppo nell'età barocca, momento in cui acquista l'aspetto odierno.
fine settecento.
Conserva un bel portale marmoreo con paraste a bugnato e un timpano con al centro il monogramma di Cristo, e una bella facciata affrescata a quadrature con motivi architettonici recentemente restaurata.
I prospetti su Vico Semino e Archivolto Mongiardino sono stati riedificati dopo i danni subiti nella Seconda Guerra Mondiale.


La facciata di Palazzo Cereseto
(foto di Antonio Figari)


3. Palazzo in Via San Bernardo n. 25

(...continua)
 

4. Palazzo De Marini

Sito all'angolo tra Piazza San Bernardo e Vico Vegetti, questo palazzo venne demolito a parziale pena di Claudio De Marini, colpevole di congiura.
Sull'area su cui esso insisteva nel 1627 viene edificata la Chiesa di San Bernardo (di cui oggi rimane il campanile, trasformato in appartamenti, una lapide al pian terreno dell'edificio e altre lapidi in facciata nel retro del palazzo), mentre sull'attigua area di Palazzo Paolo De Benedetti (vedi il relativo paragrafo in questa pagina) viene edificato il Monastero.
La Chiesa, espropriata, diviene Scuola di Carità prima del 1846; oggi è sede di una scuola statale, mentre i locali al pian terreno sono occupati da un noto locale dei vicoli,  il "Moretti" (vi rimando alla pagina de le CHIESE di GENOVA per approfondire la storia della chiesa di San Bernardo).


5. Palazzo in Piazza San Bernardo n. 25

(...continua)


6. Palazzo Alessandro Giustiniani

Sito in Via San Bernardo al civico 21, prende il nome di Alessandro Giustiniani poichè come palazzo di sua proprietà viene inserito nell'elenco dei Rolli nel 1599.
L'edificio risale al XIV secolo: nonostante le profonde trasformazioni subite è ancora visibile al piano terreno, in un locale alla sinistra del portone (oggi ristorante messicano "Veracruz", i cui proprietari ringrazio per l'ospitalità concessami per scattare alcune foto e per l'ottimo spuntino offertomi) è ancora conservato parte dell'antico cortile interno del piano terreno con due splendide coppie di colonne binate. Dal cortile anticamente partiva lo scalone che conduceva al piano nobile. Oggi lo scalone moderno sale direttamente dal portone e non è più collegato con quello che fu il cortile interno ma la parte alta dell'antico scalone e una loggia balaustrata al piano nobile (in parte purtroppo tamponata), che conserva ancora alte colonne ioniche, ci fanno intuire l'antica bellezza ancora viva in questo edificio.
Il portale esterno è sorretto da due grandi telamoni di gusto vicino alle sculture di Taddeo Carlone.








7. Palazzo Marc'Antonio Sauli

In questo luogo, Via San Bernardo civico 19, nel Medioevo sorgeva il Palazzo della famiglia degli Zaccaria, nota ai più per il condottiero della battaglia della Meloria, quel Benedetto Zaccaria che con la sua flotta personale  fu artefice di questa storica vittoria nel 1284. Gli Zaccaria furono anche coloro che portarono a Genova la cosiddetta "Croce degli Zaccaria", oggi conservata nel Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo (trovate un approfondimento alla pagina de le CHIESE di GENOVA  nel paragrafo dedicato alla Cattedrale di San Lorenzo), sacra reliquia che custodisce due frammenti della croce di Cristo, commissionata nel IX secolo dal fratello dell'Imperatrice Teodolinda e precedentemente conservata a Efeso nella Basilica di San Giovanni Evangelista, e che, come la storia ci racconta, fu a lungo custodita in questo palazzo.
Su questo preesistente edificio medievale Marc'Antonio Sauli, ambasciatore della Repubblica di Genova presso il Re di Spagna, fece erigere il suo palazzo nel 1523.
La facciata conserva ancora i tratti medievali nella fasce bianco e nere e in alcuni particolari come la bifora gotica murata al piano terreno. 
Superato il portone Vi ritroverete in un ambiente rinascimentale caratterizzato dal cortile, dallo scalone e dalle logge che su questo si affacciano. 
Il cortile è abbellito da una seicentesca statua muliebre, entro una nicchia e sormontata da una conchiglia, che viene associata alla figura della dea Venere. 
Un lungo scalone a sinistra della nicchia con Venere conduce in Via di Mascherona dove l'edificio ha la sua seconda uscita e alla sinistra dello stesso scalone un altra scala vi conduce in una parte moderna del palazzo dove vi è anche ciò che rimane dell'antico giardino.
Il palazzo passò di mano molte volte nei secoli a venire divenendo anche sede del Tribunale del Commercio e magazzino di merci.
Carlo Ceschi, sovrintendente delle Belle Arti al tempo della Seconda Guerra Mondiale, documentò nel dopoguerra il danneggiamento di due affreschi, l'uno del XVI secolo  raffigurante "Il Giudizio di Salomone" e un altro risalente al XVII secolo, entrambi nei saloni del secondo piano nobile. Non si hanno notizie di altri ambienti affrescati anche se c'è da immaginare che ve ne fossero altri che purtroppo non sono sopravvissuti ai cambi di proprietà, alle trasformazioni dell'edificio e ai danni della Seconda Guerra Mondiale.
Si ha notizie nel palazzo di arazzi e quadri (la maggior parte di questi ultimi raffiguranti personaggi della famiglia Sauli) che arredavano le pareti dei saloni e di una biblioteca di cui nulla rimane ai giorni nostri.
Oggi il palazzo, suddiviso in appartamenti, dopo un attento restauro, ha ritrovato  parte della sua antica bellezza  che si può godere giungendo nel cortile loggiato.
 







8. Palazzo in Via San Bernardo n. 17

Edificato nel XVI Secolo su preesistenze medievali, questo edificio era di proprietà dei Giustiniani e a loro nome è presente nei Rolli più volte.
Agli inizi dell'Ottocento diventa circolo sotto il nome di "Festone dei Giustiniani": famose le feste di carnevale che qui si svolgevano.
Demolito nel 1850, al suo posto viene edificato un palazzo "da reddito" con ingresso su Piazza Embriaci 4.
Sopra l'attuale ingresso è posta una bella edicola votiva raffigurante il Beato Sebastiano Maggi e non distante in facciata è presente una bella colonna in marmo bianco.
Altri elementi della decorazione architettonica sono depositati presso il Museo di Sant'Agostino, mentre è andata perduta "Galatea che esce dalle acque", opera di Valerio Castello.


9. Palazzo in Piazza Embriaci n. 2




Questo palazzo è frutto di modifiche cinquecentesche su preesistenti edifici medievali.
Esso conserva in facciata magnifici affeschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli altri sei palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Cattaneo della Volta in Piazza Cattaneo, Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo lato Vico del Fumo,  Palazzo Sauli in Piazza Sauli al civico 7, Palazzo Giulio Sale lato Salita Santa Maria di Castello, Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, Palazzo Paolo Doria in vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.









10. Palazzo Giulio Sale

Medievale "domus" con torre della famiglia De Castro, passa in proprietà prima ai Cattaneo nel XVI secolo e nel 1583 a Giulio Sale che la ristruttura. Sarà Gio Francesco Brignole a donare al palazzo le dimensione attuali, parzialmente alterate da sopraelevazioni novecentesche.
Esso conserva sulla facciata lato Salita Santa Maria di Castello magnifici affeschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli altri sei palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Cattaneo della Volta in Piazza Cattaneo, Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo lato Vico del Fumo, Palazzo Sauli in Piazza Sauli al civico 7, palazzo in Piazza Embriaci al civico 2, Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, Palazzo Paolo Doria in vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.
All'interno è sopravvissuta ai secoli la cinquecentesca disposizione dell'atrio e dello scalone con volte a crociera che conduce al piano nobile.




In alcuni ambienti interni sopravvivono affreschi di Andrea Ansaldo raffiguranti "Sansone e Dalila", "Sansone che abbatte il Tempio" e "Ester dannanzi ad Assuero".
A questo palazzo è unita la splendida Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta "degli Embriaci) di cui trovate la storia al paragrafo 1 nella pagina de le TORRI di GENOVA.




Una curiosità: questo palazzo conserva ancora una "mampa", struttura in ferro atta a catturare la luce del sole di cui trovate la storia al paragrafo 10 nella pagina de le PIETRE parlanti.






11. Palazzo in Via San Bernardo n. 14

Questo palazzo, dal tipico impianto rinascimentale con atrio voltato sul quale si impianta lo scalone, entrambi con pitture e rabeschi sulle volte, si presenta oggi in una condizione che non rende giustizia al suo antico splendore.
In cima allo scalone una lapide ricorda che nel 1464 Raffaele Giustiniani "a fundamentis aedificavit" questo edificio, che lo stesso fu distrutto da una "insueta bellica tormenta" nel 1684 e che l'anno seguente fu restaurato da Raffaele Giustiniani.
Una lapide sotto quella sopra descritta, quesi a volere continuare la narrazione sopra incisa, indica invece un nome ed una data "Enrico Ardy  1-4-1920", il nuovo proprietario e il giono in cui il palazzo a lui passo (o forse si tratta di un pesce d'aprile?).
Una curiosità: nell'atrio e nello scalone di questo palazzo furono girate nel 1949 alcune scene del film "Le Mura di Malapaga" con protagonista il francese Jean Gabin e nel 2018 alcune scene del film, diretto da Luca Facchini, "Fabrizio de Andrè - Principe libero", con Luca Marinelli nei panni di Faber.










12. Palazzo in Via San Bernardo n. 10

Questo palazzo rinascimentale, edificato su preesistenti case medievali, conserva un piccolo atrio voltato che conduce allo scalone in ardesia con una bella colonna caposcala in marmo. La loggia al primo piano conserva alle pareti alcuni splendidi laggioni (vi rimando alla pagina dedicata a le ARTI MINORI a GENOVA per approfondire la loro storia e vedere alcune immagini).







13. Palazzo Saluzzo



Nonostante la trasformazione in casa "da reddito", questo edificio, sito in Via San Bernardo al civico 8, conserva ancora tracce dell'antico portico medievale, ora tamponato, nel prospetto su Via San Bernardo e archetti pensili e tracce di affreschi sul prospetto su Vico di Santa Rosa.
Lo splendido portale marmoreo quattrocentesco, che fa oggi cornice di un negozio di frutta, è senza dubbio uno dei più belli del centro storico genovese.
L'interno del palazzo conserva l'originaria rampa di attacco dello scalone e alcune lapidi in pietra nera di promontorio. 


14. Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo



Costruito nel XVI Secolo su preesistenti edifici medievali, lungo l'asse di Via San Bernardo, rialzato rispetto alla via, fu dimora del Doge Leonardo Cattaneo.
Nel 1622 Leonardo Grillo Cattaneo decide di rinnovare l'atrio affidando il compito a Bartolomeo Bianco.
I secoli successivi videro il palazzo pian piano trasformarsi da residenza nobiliare ad appartamenti.
Fu però la Seconda guerra Mondiale a dar il colpo di grazia alle bellezze interne di questo palazzo ed in particolare alla loggia rinascimentale.
Rimane tuttavia, testimone della bellezza e della ricchezza che una volta trionfavano all'interno del palazzo, lo splendido portale d'ingresso realizzato nel Cinquecento da Antonio della Porta. Il monogramma mariano che troneggia sul portale fu aggiunto invece solo nel XVII secolo.
Esso conserva in facciata lato Vico del Fumo tracce di magnifici affeschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli altri sei palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Cattaneo della Volta in Piazza Cattaneo, Palazzo Sauli in Piazza Sauli al civico 7, palazzo in Piazza Embriaci al civico 2, Palazzo Giulio Sale lato Salita Santa Maria di Castello, Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, Palazzo Paolo Doria in vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.









15. Palazzo Stella









16. Palazzo Cattaneo della Volta





Poco distante da Piazza San Giorgio, imboccata Via delle Grazie, Vi ritroverete in Piazza Cattaneo.
Lì sorge Palazzo Cattaneo della Volta: questa nobile famiglia aveva qui i suoi palazzi e la sua cappella gentilizia (la Chiesa di San Torpete che un tempo aveva l'ingresso rivolto verso questo palazzo).
L'edificio sorge in una delle zone più antiche della città di Genova, appena sotto l'oppidum occupato dal Convento di Santa Maria di Castello: tracce di epoca romana sono state scoperte alle fondamenta di questo edificio.
Quello che vediamo oggi è il palazzo voluto dai Cattaneo nel Rinascimento, su preesistente edificio romano e medievale di cui conserva in facciata ancora alcuni particolari.
In facciata è ancora conservato uno splendido bassorilievo quattrocentesco raffigurante San Giorgio e poco distante una colonna che emerge dalla facciata: qui vi era la loggia dei pisani oggi tamponata e di proprietà della Curia  (come della Curia è la Chiesa di San Torpete che prende il nome dal Santo originario della città toscana).
Il portale marmoreo del 1623 è opera di Bartolomeo Bianco.









La facciata originariamente affrescata ha purtroppo perso quasi tutta la sua bellezza che non si è potuta recuperare nel recente restauro. Son tuttora presenti, su Via delle Grazie, anche se difficilmente visibili dalla strada, alcuni bellissimi affreschi rinascimentali raffiguranti volti umani inseriti sotto archetti (simili a quelli visibili in facciata di Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, di cui trovate una foto nel paragrafo di questa pagina ad esso dedicato). Sopra gli archetti vi sono poi tracce di magnifici affeschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli altri sei palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo lato Vico del Fumo, Palazzo Sauli in Piazza Sauli al civico 7, palazzo in Piazza Embriaci al civico 2, Palazzo Giulio Sale lato Salita Santa Maria di Castello, Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, Palazzo Paolo Doria in vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.
Quello che il tempo ha rubato alla bellezza esteriore non è accaduto all'interno del palazzo che conserva splendidi affreschi nell'androne  e lungo lo scalone.
Una curiosità: nell'affresco dell'androne, opera di Tavarone, raffigurante Re Saul che riceve Davide,  se notate, quest'ultimo indossa l'ermellino, tipico indumento dei Dogi della Superba.









Il secondo piano nobile, visitabile in occasione dei Rolli Days, un tempo arricchito da una splendida quadreria che comprendeva, tra le altre, opere del Van Dyck, oggi dispersa, conserva ancora molte tracce della sua bellezza secentesca nei saloni ancora arredati e nel magnifico affresco di Diana con Endimione, opera di Jacopo Antonio Boni.




Il seicentesco lampadario in legno della sala da pranzo, in principio fatto fare apposta dal Doge Franzone come dono per il Re Sole (regalo che rimase sulla carta per le note vicende storiche che vi racconto al paragrafo 18 della pagina dedicata a le PIETRE parlanti), abbelliva Villa Franzone (poi Cattaneo) a Nervi e giunse qui negli anni 50 del Novecento: di magnifica fattura, è forse la cosa più particolare da vedere in questo palazzo. Originariamente avrebbe dovuto essere dorato (in onore di colui che lo avrebbe ricevuto, il Re Sole) ma, dopo aver cambiato, per così dire, destinazione d'uso, rimase color legno. Se guardate con attenzione potrete notare sulla cima un piccolo sole, anche questo omaggio per colui che lo avrebbe dovuto ricevere, contornato da raggi.








17. Palazzo Fulco De Castro  

In Via delle Grazie, all'imbocco dell'Archivolto delle Grazie, una a destra e una a sinistra, vi sono due colonne a strisce bianche e nere con capitelli molto particolari, entro i quali sono scolpiti tralci di uva.
Insieme agli archi che le sovrastano, sono le uniche testimoni superstiti di quello che fu il Palazzo di Fulco De Castro, fatto demolire per punizione dal Podestà Manigoldo del Tettuccio (primo podestà straniero  che governò nel biennio 1191-1193 d.C.).
Fulco de Castro si macchiò infatti dell'uccisione del console Lanfranco Pevere e gli venne tagliata la testa.





18. Casa del Boia










19. Palazzo Gio Andrea De Franchi

Edificato in Piazza San Giorgio su preesistente edificio medievale, di cui conserva ancora tracce in facciate nelle polifore e archetti pensili in pietra nera, questo edificio è di proprietà delle famiglie Vento e Cattaneo della Volta; passerà poi ai Basadonne e per via ereditaria a Gio Andrea De Franchi, figlio di Elianetta Basadonne e senatore della Repubblica.
Il palazzo, che nell'Ottocento verrà suddiviso in appartamenti, conserva ancora elementi cinquecenteschi: il portale in marmo, il bel atrio lunettato e lo scalone voltato. 
Sul lato del palazzo che insiste su Via San Giorgio una lapide marmorea ricorda che qui sorgevano le torri dei Volta e dei Vento (per approfondire vi rimando alla pagina de le TORRI di GENOVA).
Una curiosità: la sera del 26 aprile 1827, venti giorni esatti dopo aver conseguito la laurea in diritto civile e in diritto canonico ("in utroque iure"), Giuseppe Mazzini varcò la soglia di questo palazzo per andare ad iscriversi alla Carboneria, della quale divenne segretario in Valtellina.



 








20. Palazzo Gaspare Basadonne

Sito in Via Giustiniani al civico 3, questo palazzo fu edificato per volere di Gaspare Basadonne su preesistenti edifici medievali.
Il palazzo passa di proprietà a Bartolomeo Filippo Ferretto nel 1664, il quale lo amplia demolendo alcune piccole unità immobiliari adiacenti.
Dopo ulteriori trasformazioni interne, oggi, muto testimone dell'antica bellezza,  questo palazzo conserva ancora l'antico  scalone.



21. Palazzo Antonio Sauli

Antonio Sauli, banchiere, figlio di Bendinello Sauli, colui che volle l'edificazione della Basilica di Carignano, scelse due dimore dei Leccavela sulla quali erigere il suo palazzo. La torre di questi ultimi venne risparmiata e inglobata nel nuovo edificio (trovate la sua storia nella pagina de le le TORRI di GENOVA). 
Il palazzo, sito in Piazza Sauli al civico 3, conserva uno splendido portale lavorato in marmo nel quale sono incise le iniziali di Alessandro Sauli e l'impianto interno originario con un ingresso con volta ad ombrello e lo scalone che conduce ai piani nobili dove sono ancora presenti alcuni bei portali in pietra nera di Promontorio.


 








22. Palazzo in Piazza Sauli n. 4

Il palazzo, costruito su preesistenze medievali, conserva un bel portale marmoreo sormontato da due putti che anticamente reggevano uno stemma nobiliare.
Superato il portone antico in legno si giunge nell'atrio voltato, che conserva ancora tracce di affreschi e dal quale parte lo scalone con volte a crociera e colonne caposcala in marmo bianco.  








23. Palazzo Airoli Franzoni

Alla destra di Palazzo Antonio Sauli, in Piazza Sauli al civico 5, sorge questo edificio rinascimentale, sorto su preesistenti case medievali, che conserva una splendida volta decorata con lunette nell'atrio dal quale parte lo scalone marmoreo come di consueto in tanti palazzi genovesi.







24. Palazzo Sauli (Piazza Sauli n. 7)















Edificato per volere dei Leccavela su preesistente edificio medievale, passa in proprietà ai Sauli nel XVI secolo.
Esso conserva in facciata magnifici affreschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli altri sei palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Cattaneo della Volta in Piazza Cattaneo, Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo lato Vico del Fumo, palazzo in Piazza Embriaci al civico 2, Palazzo Giulio Sale lato Salita Santa Maria di Castello, Palazzo Grillo Cattaneo in Piazza delle Vigne, Palazzo Paolo Doria in vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.
Superato lo splendido portale marmoreo sormontato da putti si giunge all'atrio dal quale parte un bello scalone con volte a crociera e colonne in marmo. 
Il palazzo ha anche un altro ingresso su Vico Sauli al civico 9 aperto nel Sei-Settecento quando il palazzo venne ristrutturato: da segnalare una bella conchiglia che chiude una nicchia dopo la prima rampa di scale.


 



25. Palazzo in Via Giustiniani n. 8

(...continua)


26. Palazzo in Via Giustiniani n. 9








27. Palazzo Giustiniani Franzoni





Edificato tra il 1550 e il 1582 per volere del Cardinale Vincenzo Giustiniani Banca, questo palazzo è conosciuto anche come Palazzo Franzoni in quanto sede dell'omonima "libreria" dal 1826 (oggi conservata in quella che fu la Chiesa di Madre di Dio).
L'edificio conserva ancora l'impianto originario composto dal maestoso scalone loggiato (parzialmente tamponato nel XVIII secolo) che si affaccia sul cortile interno, una soluzione architettonica che non trova altri esempi in zona. 
Nel cortile interno è ancora presente un montacarichi a manovella costruito nell'Ottocento per la Ditta Valle al fine di trasportare al primo piano del palazzo balle di cotone, una "chicca" ai più sconosciuta e che da sola merita la visita di questo palazzo.













28. Palazzo Giustiniani Franzoni (2)






29. Palazzo Giustiniani (Via Giustiniani n. 12)

Collocato a ridosso della "Domus Magna" dei Giustiniani, questo edificio viene edificato nel XV secolo su preesistenti case medievali.
Al settecento risalgono invece gli affreschi della facciata.
Il maestoso atrio colonnato termina nel cortile interno sul quale si affaccia lo scalone marmoreo e le logge sovrapposte dei tre piani.
 


Nell'atrio è conservata una singolare "pietra parlante": ritrovata nei fondi del palazzo e qui collocata dopo i restauri, essa rappresenta una torre con ai lati due grifoni, con tutta probabilità uno dei primi stemmi della Superba.










Lungo lo scalone sono ancora presenti alcuni laggioni quattrocenteschi (Vi rimando alla pagina de i RISSEU ed i LAGGIONI della SUPERBA per approfondire questo argomento e per altre immagini relative ad essi) che un tempo correvano lungo tutto lo scalone e di cui oggi purtroppo sopravvivono solo pochi esemplari.


 

Sotto il cortile vi è una cisterna profonda otto metri nella quale è stata rinvenuta una colonna romana di epoca giulio-claudia (in totale durante gli ultimi restauri sono state rinvenute quattro colonne di età romana).
Al piano terreno e in quello interrato sono stati rinvenuti resti di un frantoio oleario e di una cordonata per cavalli che univa i due piani (al piano interrato erano collocate le scuderia).


30. Palazzo Marcantonio Giustiniani

Sito in Piazza Giustiniani al civico 6, questo edificio, edificato nel XVII secolo, occupa due lati dell'omonima piazza la quale, davanti al palazzo stesso, conserva un cortile di mattoni sopraelevato rispetto al piano stradale.
Sulla facciata del lato corto, se alzate lo sguardo, noterete un leone, silenzioso testimone della vittoria dei Genovesi sui Veneziani nel 1380 a Chioggia, proveniente dalla città di Trieste (Vi invito a leggere il paragrafo 2 della pagina de le PIETRE parlanti  per approfondire questo argomento e per scoprire le altre "pietre" trofei di guerra incastonate nei muri dei vicoli di Genova).






 

31. Palazzo Gio Battista Saluzzo

Situato in Via Chiabrera al civico 7, questo splendido palazzo prende il nome dal primo proprietario della famiglia a comparire nei rolli, Gio Battista Saluzzo, Governatore di Savona, Ambasciatore presso i Re di Spagna e Francia e Senatore della Repubblica di Genova.
Nonostante alcuni danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale questo edificio conserva uno splendido atrio con monumentali colonne e con un piccolo ninfeo con mascherone, ed uno scalone loggiato che corre fino al secondo dei piani nobili.
Sui soffitti di questi ultimi sono ancora presenti affreschi di Domenico Piola ("Mercurio con la fama e l'Eternità") e di Gregorio De Ferrari ("Aurora che esce dall'Oceano" e "Nettuno ed Anfitrite").















32. Palazzo Acquarone Pieri

Sito in Via Giustiniani al civico 18, questo palazzo fu edificato nel XVI Secolo su preesistenze medievali.
Conserva l'originale atrio voltato con colonne in marmo, oltre il quale vi è un piccolo cortile con ninfeo che affaccia su Piazza Veneroso.


 33. Palazzo Sopranis poi Peirano

Tra Via Giustiniani e Piazza Valoria sorge Palazzo Sopranis il cui stemma, un leone coronato in maestà su campo erboso, troneggia ancora oggi sul portone che si affaccia su Piazza Valoria. Costruito alla fine del XVI secolo accorpando preesistenti edifici medioevali, conserva una splendida facciata affrescata, opera di artisti genovesi, su tutti e quattro i lati del palazzo.  Questo edificio infatti, caso quasi unico nei vicoli, non ha addossato a sé alcun altro palazzo.
Particolarmente belle le figure armate dipinte in facciata, una delle quali divenuta copertina del libro "Genua Picta".
L'interno conserva ancora uno splendido scalone loggiato.








 



34. Palazzo Giovanni Bernardo Veneroso  

Sito in Piazza Veneroso, piccolo slargo tra Via Canneto il Lungo e Via dei Giustiniani, questo edificio cinquecentesco ha subito gravi danni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale durnate la quale è crollata un'ala del palazzo.
Ristrutturato nel dopoguerra sotto la direzione dell'arch. Luigi Carlo Daneri, conserva ancora un bello scalone marmoreo voltato e con portali e peducci in pietra nera.




35. Palazzo in Piazza San Donato n. 23

Questo edificio, eretto nel XVI Secolo, oggi si presenta nelle forme ottocentesche, secolo nel quale il palazzo fu sopraelevato e perse le sue caratterische rinascimentali.
In facciata una lapide marmorea ricorda che qui nacque Carlo Cesare Cerruti, valente ammiraglio e senatore del Regno d'Italia. 





36. Palazzo Paolo De Benedetti

Sito in Piazza San Donato al civico 21, esso fu edificato per volere di Paolo De Benedetti.
Nel XVII secolo passa di proprietà e diviene, insieme ad alcuni edifici attigui, sede del Convento di San Bernardo (vi rimando alla pagina de "leCHIESEdiGENOVA" per approfondire la storia della chiesa di  San Bernardo).
Conserva ancora dell'originario impianto tardoquattrocentesco un bel portale in pietra di promontorio, la prima rampa di scale e il ballatoio voltato.








37. Palazzo in Via San Donato n. 14

Questo edificio, seppur rimaneggiato nei secoli, presenta ancora molti segni dell'originario impianto cinquecentesco in facciata e negli spazi comuni interni.
In facciata una lapide in pietra nera di promontorio ricorda che qui sorgeva la loggia della "Vicinia" di San Donato.


38. Palazzo del Doge Stefano Onorato Ferretto




Sito in Piazza Ferretto, slargo che collega Salita Pollaiuoli a San Donato, questo palazzo fu edificato per volere di Stefano Onorato Ferretto, Doge della Repubblica, su preesistenti edifici medievali.
Conserva al piano nobile begli affreschi secenteschi tra i quali spicca lo splendido "Concilio degli Dei", opera di Gerolamo Piola, e ricchi stucchi rococò.
La facciata tardosecentesca è stata recentemente restaurata.


39. Casa Massuccone

Sita in Piazza Matteotti, questo palazzo merita di essere citato poichè la facciata è uno dei primi progetto firmati dall'Architetto Carlo Barabino che tante opere lasciò a Genova.


40. Palazzo in Via di Porta Soprana n. 5

Sito in Via di Porta Soprana al civico 5, questo palazzo, edificato nel XVI Secolo su preesistenti case medievali, conserva l'originaria struttura: superato un bel portale marmoreo, si giunge nell'atrio e nel cortile interno sul quale affaccia lo scalone voltato e quattro ordini di logge.
Nel cortile è presente una bella fontata marmorea in asse con il portale d'ingresso.


41. Casa di Cristoforo Colombo









42. Casa di Niccolò Paganini










43. Casa Piola








44. Palazzo in Salita Pollaiuoli n. 13







45. Palazzo Agostino e Benedetto Viale

Sito in Salita Pollaiuoli al civico 12, questo palazzo, edificato su preesistenti edifici medievali, viene quasi del tutto ricostruito nel XVI Secolo per volere di Paride Monteborgo.
L'attuale edificio è frutto delle trasformazioni urbanistiche che hanno portato alla nscita di Piazza Gioardi.
Relativamente agli elenchi dei Rolli, esso compare tra gli edifici "tralasciati per essere piccoli" come di proprietà di Stefano Torre e Augusto Viale. 






46. Palazzo Spinola Serra

Costruito per volere della famiglia Spinola su preesistenze medioevali nella prima metà del Cinquecento, esso si trova in Via Canneto il lungo al civico 31.
Il bel portale marmoreo con scene tratte dal mito di Ercole introduce in un atrio e poi allo scalone loggiato affrescato a pompeiane. 
Risale al Seicento il ninfeo fitoantropomorfo che si affaccia sul lato del palazzo che dà su Piazza Pollaiuoli angolo Vico Lavezzi.












47. Palazzo Fieschi Crosa di Vergagni





Situato in Via Canneto il Lungo al numero 27, esso fu edificato dai Fieschi su preesistenze medievali.
Varcato il portale marmoreo ad arco con medaglioni imperiali, si giunge al monumentale atrio.
Il palazzo conserva ancora un bel salone stuccato al piano nobile e un piccolo ninfeo di gusto rinascimentale in un bagno.
Sul retro affaccia su Piazza Valoria e un basso avancorpo nasconde il giardino, uno dei pochissimi spazi verdi privati esistenti nei vicoli. 






48. Palazzo Saluzzo-Veneroso

Questo palazzo si trova in Via Canneto il Lungo al civico 21.
Già appartenente alla lista dei Rolli e dimora di due illustri dogi della Repubblica di Genova, Gerolamo e Gian Giacomo Veneroso, conserva ancora all'esterno alcuni elementi medievali e all'interno l'atrio, lo scalone ed il primo piano con volte a crociera sorrette da colonne e busti in marmo, alcuni dei quali con teste romane, sopra gli splendidi portali di ardesia: questo purtroppo è tutto ciò che rimane dopo la trasformazione ottocentesca del palazzo da residenza nobiliare in appartamenti.
Nonostante tutto, come vedete dalle foto qui sotto, questo antico palazzo conserva ancora molte tracce della sua struttura originaria e dell'antica bellezza e merita, a parer mio, di esser visitato.





























49. Palazzo Gio Andrea Cicala

Edificato a partire dal 1618 su progetto dell'architetto Bartolomeo Rosso su preesistenti abitazioni medievali, esso è situato in Via Canneto il Lungo al civico 17.
Conosciuto da più come palazzo Gio. Antonio Donghi, successivo proprietario di questo palazzo, esso conserva, nonostante il frazionamento in appartamenti avvenuto nel XX secolo, un bell'atrio in parte tamponato ed  uno scalone marmoreo che conduce ai due piani nobili intervallati da mezzanini.
Nell'atrio  è conservato uno splendido ninfeo, che da solo vale la visita al palazzo, decorato con un mosaico polimaterico di conchiglie, pietre, piccoli frammenti di ceramica con animali araldici e motivi ornamentali.












50. Palazzo Antoniotto De Franchi

Sito in Via Canneto il Lungo al civico 6, questo palazzo è il frutto dell'accorpamento di due preesistenti edifici medievali degli Scoti, una casa con portico degli eredi di Cristoforo Scoti e una casa con torre degli eredi di Raffaele. Proprio in uno di questi due edifici Orietta Scoti nel 1376 ospitò santa Caterina da Siena, di ritorno da Avignone, come ricorda una lapide posta in facciata.
Gli interni conservano lungo lo scalone bei portali in pietra nera di Promontorio.
Il palazzo viene acquistato nel XVII Secolo dai De Franchi che lo adattano al gusto dell'epoca e viene incluso nell'elenco dei Rolli nel 1664 a nome di Antoniotto De Franchi. 


51. Palazzo in Vico Caprettari n. 3  

Questo palazzo, sito alle spalle degli antichi portici che un tempo affacciavano sul mare, sostituiti oggi dalla moderna Via Turati, conserva ancora l'antico scalone voltato e bei peducci in pietra nera.




 

52. Palazzo Centurione Gavotti





Posto all'incrocio tra Canneto il Lungo e Canneto il Curto, la cosiddetta "Croce di Canneto", esso fu edificato su preesistenti domus medievali dalle famiglie Scoti e Castagna.
Nel XVII secolo passa in proprietà a Giovanni Battista Centurione e compare nella lista dei Rolli come di proprietà di quest'ultimo.
Con la nascita di Via San Lorenzo viene deciso di aprire sulla nuova strada un ingresso del palazzo ed è così che il palazzo acquista anche la nuova facciata che dà su questo lato.
Nel 1860, per volere di Lorenzo Costa, marito della proprietaria del palazzo Francesca Boggiano, viene costruita una loggia neoclassica abbellita da un fregio marmoreo, opera dello scultore Santo Varni, che narra l'episodio, avvenuto nel 1746, relativo al discorso del doge Giacomo Lomellini al popolo in rivolta durante la guerra di successione austriaca, fregio che ben si vede da Via San Lorenzo.
L'interno conserva ancora il bell'atrio e lo scalone rinascimentali.
Un piccola passerella sulla "croce di Canneto" collega il palazzo ad una terrazza decorata da un ninfeo e una statua di Venere.





53. Palazzo Durazzo-Zoagli

Sito in Via San Lorenzo al civico 8, questo palazzo fu edificato nel XVI Secolo su preesistenti edifici di proprietà De Marini, per volere di Gio Durazzo; esso viene ricostruito nel 1619 da Agostino Durazzo il quale affida il progetto a Bartolomeo Bianco e successivamente viene ampliato a seguito dell'acquisto di palazzi limitrofi di proprietà Sauli.
Oggi rimangono  di quel periodo le facciate su Vico De Gradi e Vico del Filo mentre la facciata su San Lorenzo e il sistema distributivo degli spazi interni sono frutto di lavori ottocenteschi presumibilmente eseguiti in seguito all'apertura di Via San Lorenzo.
Nell'Ottocento in questo palazzo era conservata una splendida quadreria di proprietà del Marchese Zoagli, oggi dispersa.


54. Palazzo Senarega-Zoagli

Sito al civico 11 di Largo Sanguineti, slargo lungo Via San Lorenzo, questo palazzo fu edificato nel XVI Secolo su due case di proprietà degli Scoti e dei Calligepali.
La piazza su cui affacciava, Piazza San Genesio, scomparve con il tracciamento di Via San Lorenzo: il non allineamento di questo edificio alla nuova via ottocentesca è l'unica traccia che ricorda che qui sorgeva una delle tante piazzette caratteristiche dei nostri vicoli (ancora oggi esiste, dall'altra parte di Via San Lorenzo, Vico San Genesio: questo nome è dovuto al fatto che qui sorgeva un piccolo sacello dedicato a detto Santo).
Nell'Ottocento venne accorpato ad un vicino palazzo di proprietà Zoagli.
L'edificio conserva ancora la suddivisione in piani nobili e mezzanini ancora visibili nelle facciata ottocentesca.
Il palazzo è "attraversato" nel mezzo da Vico Gesù che viene scavalcato con archivolti.
Sulla facciata è ricordato che qui visse Goffredo Mameli dal 1827 al 1849.


55. Palazzo Bendinelli Sauli





















56. Palazzo in Via San Lorenzo n. 15  






57. Palazzo Sinibaldo Fieschi (Negrone De Ferrari)

Sito in Via San Lorenzo al civico 17, esso fu edificato su progetto di Bartolomeo Massone per Sinibaldo Fieschi ed inaugurato nel 1818. Rimase di loro proprietà fino alla metà del settecento quando il palazzo passa prima ai Negrone ed in seguito dei De Ferrari. 
La facciata si caratterizza per le bande bianco e nere e per i bei mascheroni sopra le finestre che richiamano, per forma e dimensione, quelli di Palazzo Nicolò Grimaldi (Palazzo Tursi).
Varcato il portone si giunge in un piccolo atrio che porta al cortile interno e allo scalone loggiato e decorato a stucchi.
Per attuare il progetto dell'allargamento di Via San Lorenzo nel 1835 fu necessario procedere con il taglio della facciata che venne ricostruita con le stesse caratteristiche tre metri più arretrata.
Il piano nobile conserva sale affrescate, per volere di Giovanni Battista Negrone,  da Domenico Piola e Sebastiano Galeotti. Al Piola si devono due sale: la prima con una scena di caccia  tratta dal mito di Aurora e Cefalo (affresco tagliato a seguito dello spostamento della facciata), ed una seconda, eseguita con l'ausilio di Antonio Haffner che ne cura la riquadratura, raffigurante Apollo, Mercurio e le Muse.
Sebastiano Galeotti affresca due salotti con "Il trionfo della Felicità Pubblica" (tema scelto in quanto il Negrone era in quegli annii senatore della Repubblica)  e "L'Allegoria del trionfo delle arti nobili".
Due curiosità legate a quest'ultimo affresco: se si osserva il tutto con attenzione si può notare una piccola data dipinta su una tavoletta, 1730, l'anno di realizzazione dell'affresco, e un altro foglio con disegnata la planimetria del palazzo. 

La facciata di Palazzo Sinibaldo Fieschi (Negrone De Ferrari)
(foto di Antonio Figari)



Lo scalone di Palazzo Sinibaldo Fieschi (Negrone De Ferrari)
(foto di Antonio Figari)



58. Palazzo Orazio e Gio Francesco De Franceschi





59. Palazzo Cicala (Piazza Scuole Pie) 





60. Palazzo Cicala (Piazza Scuole Pie n. 3)

Sito in Piazza delle Scuole Pie al civico 3, esso è con tutta probabilità il risultato di accorpamenti di antichi edifici medievali tra i quali una casa torre posta nella parte più a destra dell'attuale edificio.
Proprietà della famiglia Cicala, l'edificio passa prima ai Veneroso e nell'Ottocento a Gio Batta Lasagna.
La decorazione della facciata ha una sua prima fase nel XVI secolo alla quale risale la decorazione a tre ordini di colonne. Risalente invece al XVII secolo è invece la decorazione sottocornicione costituita dall'alternarsi di teste leonine e teste femminili e il finto bugnato del primo piano ammezzato.
La loggia non tamponata risale al Medioevo ed è uno dei rari esempi ancora presenti nei vicoli di portico al piano terreno, passaggio coperto caratteristico di tutti i palazzi nei vicoli sul quale si aprivano le antiche botteghe. La loggia proseguiva lungo tutto il lato sud della piazza fino a Vico del Filo ma nei secoli è stata chiusa e solo un piccolo tratto è rimasto inalterato.
Gli spendidi capitelli corinzi sono uno dei tanti bottini di guerra disseminati sulle facciate dei palazzi della Superba, muti testimoni delle vittorie genovesi nel Mediterraneo.





61. Palazzo Lercari

Questo edificio, sito in Piazza Invrea di fronte a Palazzo Stefano Squarciafico, conserva ancora l'antica facciata con elementi medievali rispistinata dopo la Seconda Guerra Mondiale con la liberazione e l'integrazione degli elementi originari.







62. Palazzo Stefano Squarciafico

Questo palazzo, sito in Piazza Invrea al civico 5, fu edificato nel 1565 su preesistente palazzo medioevale di cui ingloba la torre (di cui Vi parlo nella pagina de le TORRI di GENOVA).
Esso conserva anche in facciata tracce del preesistente palazzo nella pietra bugnata d'angolo e nella colonna a vista.
Ottavia Semino è autore degli spendidi affreschi in facciata (figure inserite tra colonne binate tra le finestre del primo e del secondo piano, e  il Ratto delle Sabine al terzo piano) e degli interni (piano terreno e piano nobile).
La proprietà passò dagli Squarciafico ai Doria e poi agli Invrea che danno il nome alla piazza.














63. Palazzo Emanuele Squarciafico





64. Palazzo Filippo Sauli

Sito in Vico dei Ragazzi al civico 6, il palazzo è edificato nel XVI Secolo su preesistenti edifici medievali dalla famiglia Sauli e compare nell'elenco dei Rolli nel 1588 come palazzo di proprietà di Filippo Sauli.
Nonostante le trasformazioni del XVII e XVIII Secolo che interessano l'eliminazione della prima rampa di scale, lo spostamento dell'ingresso e il collegamento con il vicino palazzo di proprietà dei Padri Scolopi, l'edificio conserva in facciata elementi medievali come gli archetti pensili e all'interno la scala con volte a crociera e balaustre a rocchetto di marmo di epoca rinascimentale.






 65. Palazzo Enrico Camilla








66. Palazzo Andriola Camilla 








67. Casa dei Camilla

In Vico Indoratori al numero 8 è ancora presente uno dei più antichi e non alterati esempi di casa d'abitazione medioevale.
Essa, risalente ai primi del XIII secolo, ha elementi medioevali perfettamente leggibili nella sua facciata.









68. Palazzo in Vico Scudai n. 1


 


69. Palazzo Fieschi (casa natale di Santa Caterina Fieschi Adorno)

Sito al civico 2 di Vico Indoratori, in questo palazzo  nacque Santa Caterina Fieschi il 5 aprile 1447.
La facciata, recentemente restaurata, mostra ancora tracce della prima edificazione medievale del XIII Secolo   nella loggia con arco a sesto acuto e conci bianco e neri, negli archetti pensili e nei resti di finestre trifore e quadrifore.
Spendido il portale marmoreo opera di Giovanni o Pace Gagini con stipiti a fiorami e fogliami con genietti alati e con un fregio raffigurante San Giorgio che sconfigge il drago.
Nell'atrio vi è un portale in pietra nera, probabilmente l'originario portale di età medievale. Lo scalone, risalente alla ristrutturazione del XV Secolo, conserva colonne marmoree, volte a crociera e peducci  in pietra nera.
Superata la seconda rampa si giunge all'antica loggia  in parte tamponata dove sono ancora presenti le colonne e la balaustra che affaccia su Vico Indoratori; particolarmente bello il capitello corinzio della colonna sulla destra.
Un bel portale di marmo con stipiti con fregi di girali con foglie di vite e grappoli (molto simili a quelli di Palazzo di Pietro Spinola di San Luca in Piazza di Pellicceria, descritto in questa pagina al paragrafo 159) e sormontato da un fregio con due angeli reggenti una corona di fiori immette al piano nobile, il luogo dove nacque la Santa.
Posizionato dietro al portale marmoreo, vi è un magnifico sovrapporta di matrice gaginiana in pietra nera di promontorio raffigurante il Battesimo di Cristo con ai lati due guerrieri che reggono stemmi abrasi.
Una stretta e ripida scala porta al piano superiore dove vi sono tracce dell'antico soffitto ligneo che mostra ancora magnifici intarsi.





70. Palazzo De Marini Croce

Edificato nella seconda metà del XVI secolo dalla famiglia De Marini su preesistenti case torri medievali appartenenti alla stessa nobile casata, ed inserito nel 1599 nell'elenco dei Rolli, esso si trova in Piazza De Marini al civico 1.
Del preesistente edificio medievale conserva alcuni tratti lungo la facciata su Vico delle Compere e su Sottoripa.
Superato il portone sormontato dalle allegorie delle Pace che sorreggono uno stemma abraso, opera di Gian Giacomo della Porta, si giunge in un cortile  sul quale affaccia lo splendido scalone con tre ordini di logge, la vera meraviglia di questa antico palazzo. Un mascherone dal quale scorre l'acqua e una vasca di marmo adornano il cortile.
Due saloni dei piani nobili conservano affreschi del Ratti e del Boni.
La proprietà del palazzo passa prima ai Negrone e poi nel 1830 ad Andrea Croce. Oggi esso è diviso in appartamenti ma conserva ancora nella parti comuni il suo antico splendore.










71. Palazzo Pietro Durazzo

Sito in Piazza De Marini al civico 4, questo palazzo fu edificato su progetto del Vannone per volere di Pietro Durazzo (Doge della Repubblica nel 1619-1621) sul finire del XVI Secolo nella Piazza Nuova De Marini, spazio ricavato demolendo alcuni edifici e una torre degli Usodimare (di cui vi parlo nella pagina de le TORRI di GENOVA).
Nonostante la trasformazione ottocentesca in "casa da reddito" e l'accorpamento al palazzo attiguo che affaccia sulla Ripa, questo edificio conserva ancora l'atrio (ridotto rispetto all'originale; parte di esso, affrescato, è oggi un ufficio al piano terreno del palazzo) ed il cortile interno sul quale affaccia lo splendido scalone che sale fino al secondo piano con la tradizionale composizione a rampe loggiate.






72. Palazzo Penco

Ubicato tra Piazza delle Cinque Lampadi, Via Canneto il Curto, Vico dell'Oliva, Vico Gibello, Piazza De Marini e Vico delle Compere, questo edificio conserva elementi architettonici del XVII secolo come il bel portale su Piazza Cinque Lampadi.







73. Palazzo Bafico (Piazza delle Cinque Lampadi n. 17) 

Questo edificio, che occupa uno spazio compreso tra Piazza delle Cinque Lampadi, Vico delle Cinque Lampadi, Vico del Filo e Via Canneto il Curto, viene edificato nel tardo rinascimento su preesistenti edifici medievali. Conserva tracce di affreschi lungo lo scalone e una bella colonna marmorea monolitica a bulbo.










74. Palazzo in Vico delle Cinque Lampadi n. 1

Questo palazzo, edificato a partire dal XIII Secolo, conserva l'atrio e lo scalone con affreschi del XVI Secolo, attribuiti alla scuola di G.B. Castello detto il Bergamasco.

Qui venne ad abitare Francesca Di Negro, quando rimase vedova di Giacomo Fieschi, portando con sè sua figlia, Caterina (la futura Santa), che era nata nel vicino Vico degli Indoratori, nel palazzo che trovate descritto in questa pagina al paragrafo 69.
Il 14 gennaio 1463 il Notaro Oberto Foglietta in questo palazzo stipula il contratto nuziale tra la giovane Caterina, appena sedicenne, e Giuliano Adorno. Le fonti ci raccontano di un matrimonio civile e non religioso, fatto curioso se pensiamo alla vita di Caterina.
L'edificio passa di proprietà ai Marini e poi per lascito testamentario all'Ospedale di Pammatone.
Nel 1928, con un nuovo passaggio di proprietà, il palazzo ritrova il suo antico splendore con l'intervento dell'architetto Mario Labò: è in queata occasione che vengono riportati alla luce gli affreschi dello scalone e in una volta di un appartamento.  
Sulla facciata su Vico del Filo è ancora visibile lo stemma dell'Ospedale di Pammatone, stemma che veniva disegnato su tutti gli immobili di proprietà dello stesso ospedale.



lo stemma dell'ospedale di Pammatone (immagine dal sito http://www.statuesanmartino.altervista.org/002-Pammatone.htm)


All'angolo tra Vico delle Cinque Lampadi e Vico del Filo si può ammirare una delle più scenografiche edicole votive dei vicoli di Genova (Vi rimando alla pagina de le EDICOLE votive per le immagini e la storia della stessa). 




75. Palazzo in Piazza delle Cinque Lampadi n. 19

Questo edificio si estende tra Piazza della Cinque Lampadi, via San Pietro della Porta e Vico dei Conservatori del Mare. Su questo prospetto vi è una delle più belle e note edicole votive dei vicoli di Genova, riccamente adornata da decorazioni in stucco, sotto la quale è ancora presente una piccola cassetta per le elemosine.
Ancora ben leggibili sono gli elementi medievali sulla facciata su Piazza delle Cinque Lampadi dove ancora si può notare l'antica loggia tamponata.
Su questo lato molto bello è il sovraposta del XV Secolo con due angeli che sorreggono il monogramma della Vergine. 
Anche la facciata su Vico dei Conservatori del Mare conserva molti elementi medievali anche se appaiono evidenti alcuni interventi di ricomposizione dei fronti avvenuti in epoche successive fino all'ultimo restauro degli anni '30 del XX Secolo.







76. Palazzo Serra (Piazza Banchi)





77. Palazzo Adorno


Sito in Via al Ponte Reale al civico 1, questo edificio fu edificato per volere della nobile famiglia Adorno demolendo alcune case di proprietà dei Di Negro e dei Lomellini.

Il palazzo venne ridotto di dimensioni quando fu allargata Via al Ponte Reale perdendo i portici che insistevano su questa via.

Nel XIX Secolo qui si instaura l'Hotel de France, uno dei migliori hotel della città, che annovera tra i suoi ospiti Alexandre Dumas, "papà" de I tre Moschettieri e del Conte di Montecristo. Ancora oggi, salendo le scale, si notano sui pianerottoli le larghe porte che introducevano ai corridoi dei vari piani. Se vi capita di entrare, troverete a metà scalone, la vera chicca di questo palazzo: una antica balaustra di marmo con scolpito una piccola testa di bambino con una scimmietta (ritroviamo un elemento marmoreo caposcala anche Palazzo Stella e a Palazzo Nicola Cicala: in questi due casi sono però scolpite due teste di donna).

Dopo i recenti restauri, sono stati riportati in luce elementi architettonici medievali sulla facciata che insiste sulla Ripa.




78. Palazzo Emanuele Filiberto Di Negro

Sito all'angolo tra la Ripa e Via al Ponte Reale, questo edificio fu edificato nel XVII secolo per volere di Emanuele Filiberto di Negro il quale fece demolire le antiche case medievali appartenenti al suo casato (vi era qui anche una torre la quale venne inglobata nel nuovo edificio ma che ancora è leggibile nella sua struttura; trovate la sua storia nella pagina de le TORRI di GENOVA).
La facciata è decorata con splendidi stucchi e gli interni conservano un bel cortile loggiato con ninfeo e lo scalone.
Il palazzo è ricordato anche per la splendida quadreria con opere del Rubens, Guido Reni e Tiziano per fare alcuni esempi e per essere stato sede dell'Hotel Feder che ospitò, tra gli altri, lo scrittore Herman Melville che nel suo "Journal of A Visit to Europe and the Levant" così descrive Genova: "(...) Sono sceso all'Hotel Feder sul lungomare. Passeggiato per la Strada Nuova. (...) Una caratteristica sono i dipinti di architetture invece che della realtà. Ogni sorta di elaborata architettura è rappresentata negli affreschi. (...) Strade come quelle di Edimburgo, soltanto più erte e aggrovigliate (...)".


 






79. Palazzo Ambrogio di Negro

Sito all'angolo tra Piazza Banchi e Via San Luca (l'antico "carrubeus maior"), questo palazzo fu edificato tra il 1569 e il 1572 per volere di Ambrogio di Negro.
La facciata su Piazza Bianchi ha una decorazione a "grisaille" che finge colonne ioniche e corinzie.
Lo spendido scalone voltato che conduce fino al secondo piano è interrotto da logge che affacciano sul cortile interno.
I saloni del piano nobile conservano splendidi  affreschi raffiguranti cicli mitologici di Danae, Perseo e Paride opera di Andrea Semino: da ricordare in particolare "Il Ratto di Elena" nel salone principale del secondo piano nobile.








80. Palazzo in Via San Luca n. 1

Edificato nel XVI Secolo lungo l'antico "carrubeus maior", questo palazzo, recentemente restaurato, conserva la facciata affrescata a quadrature con motivi architettonici e al piano nobile balconi con balaustre in marmo retti da mensole con mascheroni antropomorfi.
All'interno vi è un bello scalone marmoreo.


81. Palazzo Gio. Batta Senarega





Compreso tra Piazza Senarega, Via Orefici e Vico dell’Amor Perfetto, questo palazzo, edificato alla metà del Cinquecento su preesistenti case medievali, viene ristrutturato ed abbellito alla fine del secolo da Gio Batta Senarega e a suo nome lo troviamo inserito nella lista dei Rolli.
Il palazzo passa poi di proprietà dapprima ai Pallavicini, poi agli Spinola ed infine per lascito testamentario all’Ospedale dei Cronici come ricorda una lapide marmorea posta in facciata. Dopo ulteriori passaggi di proprietà, oggi è del Comune di Genova che, dopo un lungo e accurato restauro, ha deciso di destinarlo al nascente Politecnico delle Arti nato dalla collaborazione tra Accademia Ligustica di Belle Arti e Conservatorio Nicolò Paganini.
L’edificio è frutto dell’accorpamento di corpi edilizi contigui: il principale, che prospetta su Piazza Senarega e Via Orefici, conserva la facciata affrescata a quadrature con motivi architettonici; su Piazza Senarega il piano nobile è abbellito da balconi con balaustre in marmo retti da mensole con mascheroni antropomorfi. All’interno conserva il monumentale scalone marmoreo con volte a crociera rampante e volte costolonate e alcuni bei portali in pietra nera di promontorio; al secondo piano nobile sono poi presenti in una sala affreschi cinquecenteschi.
L’altro corpo di fabbrica, quello cioè che prospetta su Vico dell’Amor Perfetto, di origine medievale, conserva tracce precedenti all’edificazione cinquecentesca.A palazzo Senarega è legata una storia di fantasmi che potete leggere al paragrafo 10 della pagina de i FANTASMI di GENOVA.
 

 


82. Palazzo Gio. Battista Lercari

Sito in Via Orefici al civico 7, questo palazzo venne edificato dai Lercari nella seconda metà del XVI Secolo ristrutturando ed ampliando domus medievali di proprietà della stessa nobile famiglia, di cui rimangono tracce nel prospetto che insiste su via dei Conservatori del Mare dove recenti restauri hanno riportato alla luce  un portico a fasce bicrome e alcune trifore.
Superato il bel portale marmoreo ad arco con telamoni e lo scalone, si giunge al primo piano nobile che conserva alcuni affreschi raffiguranti "Storie di Psiche" che Federico Alizeri, nella sua guida, attribuisce al Semino.
Degne di nota sono alcune colonne finemente lavorate della loggia del primo piano e dello scalone, tra le più belle presenti nei vicoli di Genova.














83. Palazzo Lercari (Via Orefici n. 2)


Edificato  alla metà del XVI Secolo con l'affaccio su quella che fu la Piazza Nuova dei Lercari, di fronte a Palazzo Gio. Battista Lercari, questo palazzo conserva ancora la decorazione cinquecentesca della facciata, opera di ignoti affrescanti.



84. Palazzo in Campetto n. 3-5


(...continua)




85. Palazzo Gio. Battista Imperiale

Questo palazzo fu edificato a partire dal 1584 e terminato nel 1587 in concomitanza con l'apertura del nuovo asse viario, l'odierna Via Scurreria, voluto da Gio. Giacomo Imperiale per collegare il suo palazzo alla Cattedrale di San Lorenzo (Vi rimando al paragrafo 40 della pagina de le PIETRE parlanti per approfondire il tutto).
Gli affreschi in facciata, opera di ignoti affrescanti genovesi, risalgono a prima del 1587 anche se è probabile un loro restauro nel XIX secolo.
Il piano terreno e il primo piano sono occupati da Pescetto, una dei negozi più antichi della città di cui vi parlo nella pagina dedicata a le BOTTEGHE storiche.
In questo palazzo alloggiava, in un appartamento dell'Hotel Union, "u megu ingleise" (il medico inglese) James Spensley, figura legata al Genoa e allo scoutismo (fu lui a portarlo a Genova). Il tutto è ricordato da una targa apposta dal Comune di Genova nel 1977.



86. Palazzo Gio. Vincenzo Imperiale








Questo palazzo, sito in Campetto,  fu fatto erigere nel 1560 da Gio. Vincenzo Imperiale, ricordato sull'architrave del portale principale "VINCENTIUS IMPERIALIS MICHAELIS FILIUS 1560", il quale affidò il progetto a Giovanni Battista Castello detto "Il Bergamasco".

Poco dopo fu ampliato verso Soziglia ed i lavori vennero eseguiti da Andrea Ansaldo.

Nonostante l'odierna suddivisione dei piani che ha separato definitivamente il cortile del piano terreno dallo scalone, questo palazzo conserva quasi intatta l'antica bellezza nell'atrio colonnato, nello scalone affrescato a grottaglie, al primo piano con le colonne in marmo, i busti entro nicchie e gli affreschi che decorano molte sale.

Al secondo piano troviamo una sala con uno splendido camino, una meravigliosamente affrescata dal Cambiaso con storie di Cimone l'ateniese ed un'altra con scene della Gerusalemme liberata, opera del Bergamasco. 

A proposito della sala del camino, i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto la volta affrescata dal Cambiaso. Il Ratti nel 1780 così la descriveva: "La sala del secondo piano ha un superbo affresco entro la volta, di Luca Cambiaso. Mostra la Morte di Cleopatra. Sul fresco non si può vedere cosa migliore di questo pittore.". Una foto conservata al DOCSAI ci mostra la sua bellezza in bianco e nero.

Da segnalare infine una piccola stanza al secondo piano che conserva la volta arricchita da stucchi, parte della cappella non più esistente. 


























87. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 14-18 r

(...continua)


88. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 3

(...continua) 


89. Palazzo Gio. Giacomo Imperiale in Via Scurreria n. 2

(...continua)


90. Palazzo in Via di Scurreria la Vecchia n. 5

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91. Palazzo Nicolò Imperiale

(...continua)



92. Palazzo Ottavio Imperiale (Sauli De Mari) - "del Melograno"







Costruito nel 1585 per volere di Ottavio Imperiale su progetto di Bartolomeo Bianco, e conosciuto dai più come "Palazzo del Melograno", esso è sito in Campetto al civico 2.
Sopra il portale infatti cresce rigogliosa una pianta di melograno: si narra che quattrocento anni fa un seme di questa pianta, trasportato dal vento di tramontana, arrivò sul frontone di questo palazzo e lì trovò il luogo giusto dove crescere. La leggenda vuole che fino a quando il melograno ci sarà, Genova prospererà, e quando esso morirà, la Superba andrà in rovina.
I primi due piani, attualmente occupati da un grande magazzino, conservano ancora l'antica struttura con un cortile centrale circondato da un loggiato al piano terra e al primo piano, uniti da un monumentale scalone.
La splendida statua di Ercole, opera di Filippo Parodi, conservata nel cortile del piano terreno, vale da sola una visita a questo palazzo. Recenti restauri hanno riportato alla luce un piccolo vano al primo piano: si tratta di uno splendido "pregadio" con le pareti  a decoro barocchetto con colori pastello, un altare in marmo fior di pesco e una piccola statua della Madonna della Misericordia in marmo.
Al secondo piano nobile sono ancora conservati splendidi affreschi opera di Domenico Piola(la Galleria), Domenico Guidobono (l'antisala), Domenico Parodi (il primo salotto con "La Verità ed il Tempo") e Jacopo Antonio Boni (la Sala con "Giove con Mercurio ed il Tempo" e un secondo salotto con "Aurora e Cefalo").
Grande stupore doveva suscitare negli ospiti la quadreria che adornava le sale del piano nobile.
Il Ratti nella sua guida la descrive minuziosamente: Valerio Castello, Grechetto, Van Dyck, Jacopo Palma il Vecchio,  Guercino, Correggio, Tiziano, Guido Reni solo per citarne alcuni;  una galleria di opere da far invidia ai più bei musei italiani ed europei.  L'Alizeri nel 1847 ne parla e confrontando la sua descrizione con quella del Ratti vediamo già che vi sono delle mancanze. Con il passaggio di proprietà del 1875, quando il palazzo passa ai Casareto, la quadreria viene definitivamente dispersa.


93. Palazzo Piazza Soziglia n. 1


(...continua)






94. Palazzo Eredi Gerolamo Chiavari



Sito all'angolo tra Via Luccoli e Vico del Fieno, questo edificio conserva ancora tratti cinquecenteschi nel bel portale marmoreo su Vico del Fieno, il piccolo atrio (ridotto rispetto all'originale), lo scalone voltato e affrescato e i bei portali in pietra nera di Promontorio.

Meritano di essere menzionati la bella colonna caposcala a bulbo e il portale ligneo tra il primo ed il secondo piano.

Alcuni saloni dei pieni nobili conservano ambienti voltati  e decorati.

Il palazzo compare nei Rolli nel 1588 a nome degli eredi del "quondam" Gerolamo Chiavari, Doge della Repubblica nel 1583-1585.





95. Palazzo Domenico Grillo





Sito in Piazza delle Vigne al civico 4, questo edificio, che compare iscritto negli elenchi dei Rolli dal 1558 al 1664, fu costruito nel 1545 per volere di Domenico Grillo in occasione del matrimonio di quest'ultimo con Nicoletta Imperiale, come ci ricorda l'epigrafe posta nell'atrio del palazzo.

La facciata su Piazza delle Vigne conserva affreschi attribuiti a Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco nei quali possiamo osservare un gioco di pieni e vuoti, sottolineati dai marcapiani e dai timpani, oltre che dal portale di ingresso, che conferisce leggerezza alla monumentalità  del prospetto.

L'atrio, lo scalone a volte a crociera, che partendo dall'atrio conduce ai piani superiori, ed il primo piano conservano cicli di affreschi a lavorazione grottesca realizzati dal Bergamasco e raffiguranti episodi dell’Iliade e storie della mitologia greca come  "Il Sacrificio di Ifigenia" e "Storie di Psiche".

La sala del primo piano che affaccia sullo scalone conserva un monumentale camino marmoreo con lo stemma della famiglia Grillo.

Arrivati al secondo piano ci imbattiamo in una prima sala dove i recenti restauri hanno portato alla luce un affresco, databile XVIII Secolo, ancora oggetto di studio. Una antica scala cieca, al cui principio troviamo una piccola scultura zoomorfa, occupa parte della sala. In un piccolo vano sottoscala in questa stessa sala sono conservati lacerti dell'antica pavimentazione con piastrelline in cotto cinquecentesche intervallate da splendidi laggioni di produzione moresca (vi rimando alla pagina a loro dedicata per approfondire).

Il salone maggiore di questo piano, che affaccia su Piazza delle Vigne, conserva alcune tracce degli affreschi di Domenico Piola, chiamato qui a lavorare dopo la parziale ricostruzione del palazzo a seguito dei danni subiti nel bombardamento del Re Sole del 1684. Lasciando questo salone alle nostre spalle, troviamo altri due piccoli ambienti affrescati: uno in particolare, opera di Domenico Piola, è ciò che rimane dell'antica cappella del palazzo dove troviamo raffigurati putti in circolo e i due stemmi Grillo e Imperiale, gli stemmi delle casate dei due sposi Domenico Grillo e Nicoletta Imperiale, per i quali il palazzo fu edificato.

Altre stanze del secondo piano conservano soffitti a volta in legno, tracce di affreschi e portali in pietra nera. E di questa scura pietra, proveniente da Promontorio, sono anche i peducci che troviamo lungo lo scalone.

Salendo all’ultimo piano, il terrazzo che si apre dal sottotetto permette di godersi da vicino la cupola ed il campanile delle Vigne, oltre ad una splendida veduta dei vicoli dall’alto. 

Quando ero piccolo mi recavo spesso in questo palazzo perché, nel salone principale del secondo piano, vi era un laboratorio di un restauratore di mobili: un vero e proprio museo con oggetti che grazie alla sua arte e maestria ritrovano l'antico splendore perduto nei secoli.

All'epoca il palazzo mostrava i segni del tempo e la trascuratezza di una bella dama caduta improvvisamente in disgrazia.

Tornai al suo interno qualche anno fa (qui sotto vi documento lo stato dell'atrio e dello scalone) e rividi quello scalone affrescato in stile pompeiano che osservavo una ventina di anni fa quando venivo qui con mio papà .













Oggi il palazzo, di proprietà  del Comune, dopo un lungo restauro iniziato nel 2011, ospita un "hotel di charme". 

Di seguito alcune immagini del palazzo e della sua ritrovata bellezza, immagini che ci fanno capire, ancora una volta, quanta bellezza spesso nascosta e poco conosciuta vi sia nei palazzi della Superba.












96. Palazzo Francesco Maria Doria


Questo palazzo cinquecentesco, in Piazza delle Vigne n. 6, nasce dalla fusione di cinque preesistenti edifici duecenteschi della famiglia Grillo. in facciata conserva ancora tracce della ripartizione tra i diversi edifici e splendidi affreschi opera di ignoti artisti genovesi.
All'interno è ancora preesente l'natica suddivisione in più scaloni che fa capire come il palazzo sia in realtà frutto dell'unione di più edifici.
Al terzo piano nobile, oggi occupato dall' "Hotel le Nuvole Residenza d'Epoca", troviamo uno splendido portale in marmo (con tutta probabilità portale di uno degli edifici inglobati in questo palazzo) e una cappella barocca con stucchi e con la volta finemente affrescata.


97. Palazzo Grillo Cattaneo


Esso si trova in Piazza delle Vigne al civico 3.
La splendida facciata affrescata è opera in parte di Luca Cambiaso ed in parte di ignote maestranze genovesi.
L'affresco più interessante si trova nella parte bassa della facciata: opera di Luca Cambiaso, raffigura il dio Giano e la dea Pace in atto di scacciare il dio Marte guerriero.


Esso conserva in facciata magnifici affreschi del XVI secolo, opera di ignoti artisti lombardi e genovesi, simili a quelli ancora presenti in facciata di soli sei cinque palazzi nei vicoli di Genova: Palazzo Cattaneo della Volta in Piazza Cattaneo, Palazzo Leonardo Grillo Cattaneo lato Vico del Fumo,  Palazzo Sauli in Piazza Sauli al civico 7, palazzo in Piazza Embriaci al civico 2, Palazzo Giulio Sale lato Salita Santa Maria di Castello, Palazzo Paolo Doria in Vico San Matteo al civico 12, tutti descritti in questa pagina. Questa decorazione è muta testimone degli stretti legami intrecciati nel corso del Quattrocento fra il Ducato di Milano e la città di Genova, rapporti tenuti saldi in particolare dalle famiglie Sauli, Cattaneo e Doria.


98. Palazzo Brancaleone Grillo

Questo palazzo, in Vico delle Mele al civico 6, conserva ancora in facciata e all'interno opere di inestimabile valore.
Esso deve il suo nome a Brancaleone Grillo, ambasciatore del Papa e del re di Spagna, che nel XV secolo decide di costruire qui la dimora per la sua famiglia.
Acquistato da Luca Spinola il 1° settembre 1496, come ricorda una piccola lapide nella vicina Piazza San Sepolcro (vi rimando al paragrafo dal titolo "La pietra di Piazza San Sepolcro" nella pagina de lePIETREparlanti per approfondimenti), entra nella lista dei Rolli nel 1576.
Il portone marmoreo è sormontato da un "San Giorgio e il Drago" che secondo l'Alizeri è opera dei Gagini.


Alla sinistra del portone vi è uno splendido bassorilievo raffigurante San Giovanni Battista nel deserto.


Le sorprese che ci riserva questo palazzo non finiscono qui. Superato il portone  infatti Vi ritroverete un un "unicum": un cortile con uno scalone gotico e gli archi a sesto acuto, ora tamponati, che corrono intorno al cortile, opera dei maestri antelami lombardi che lavorarono all'edificazione di questo palazzo.
La scala nasce in realtà alla destra del portone di ingresso, coperta e non come la vediamo adesso spostata verso il centro del cortile.









 
A metà altezza delle colonne è visibile una cordonatura, segno evidente del lavoro in questo palazzo dei maestri antelami. La stessa cordonatura la si ritrova lungo lo scalone (come mostrano le foto qui sopra) e all'esterno sul portale di ingresso.


Alzando gli occhi, difronte alla scala, una splendida cornice marmorea incastonata in facciata racchiude una Madonna con Bambino: si dice che questa sia una copia e che l'originale sia stato venduto da Luca Spinola per completare il palazzo. L'originale pare sia ora conservato al Metropolitan Museum di New York.


 

Al piano nobile, in tre saloni, sono stati ritrovati e recentemente restaurati splendidi affreschi di Luca Cambiaso ("Nozze di Amore e Psiche" e "Storie di Marco Antonio") e di Lazzaro Tavarone ("La raccolta della Manna").







A questa scoperta è legata una curiosità: qualche anno fa, nel palazzo sono state girate alcune scene del film "Giorni e Nuvole" di Silvio Soldini con Antonio Albanese e Margherita Buy. Quest'ultima interpretava una restauratrice che cercava di riportare alla luce antichi affreschi. Ebbene, come a volte accade, la realtà supera la fantasia: due restauratrici, negli ultimi anni, proprio lì dove è stato girato il fim, hanno riportato alla luce gli affreschi del Cambiaso e del Tavarone sotto uno strato di intonaco. Genova nasconde bene i suoi tesori e scoperte come questa diventano ancora più affascinanti.
Il palazzo è chiuso al pubblico (è stato liberamente visitabile solo in occasione di una edizione dei Rolli Days): io sono riuscito a visitarlo più volte solo grazie alla mia renacia e a un pò di fortuna. E' un vero peccato che il cortile e soprattuto la scala gotica, l'unica esistente in Genova, sia quasi sconosciuta ai più e lontana dai circuiti turistici tradizionali.
Uscendo dal portone rimane un'ultima curiosità da raccontare: sulla destra del portone, se guardate bene, noterete una piccola croce nel muro. Ebbene, si dice che essa fu scolpita per ricordare che qui rimase ucciso un uomo a seguito di un violento calcio di un asino. 
In facciata rimangono ancora molti segni degli anelli dove venivano legati gli animali tra i quali, probabilmente, anche l'asino protagonista della nostra storia.




99. Palazzo in Piazza De Franchi n. 8

(...continua)


100. Palazzo in Via delle Vigne n. 7

Lungo Via delle Vigne, al civico n. 7, un locale che oggi ospita un negozio di alimentari, conserva ancora begli affreschi del XVI Secolo, di cui trovate qui di seguito alcune immagini. 








101. Palazzo in Via delle Vigne n. 10

Questo palazzo nasconde una meraviglia: superato un anonimo portone e la prima rampa di scale inizia una "scala alla araba".
Come Vi mostrerò nelle foto qui sotto questo particolare escamotage costruttivo permette di creare una scala poco ripida in uno spazio non troppo grande: sembra infatti di salire lungo la scala di una torre ma la salita non è faticosa come sembrerebbe.
Le colonne che corrono al centro della scala e si arrampicano, quasi si rincorrono, sorreggendo le volte a crociera, sono del 1200 e hanno una storia molto particolare: portate a Genova dalla lontana Armenia, esse vennero donate alla Chiesa delle Vigne con l'onere però che fossero utilizzate entro 100 anni. Questo non avvenne ed è così che i proprietari delle stesse se le ripresero e le utilizzarono per costruire questa particolarissima scala, un altro "unicum" in Genova, come lo è la scala gotica di Palazzo Grillo di cui Vi ho parlato nel paragrafo 2 di questa pagina e che si trova a poca distanza da questo palazzo.







102. Palazzo Di Negro


Risalente al XVI secolo, questo palazzo, sito in Piazza della Lepre, conserva ancora l'originario impianto costruttivo. 
Superato lo splendido portale in pietra nera, decorato con ritratti di imperatori romani e con due putti che sorreggono lo stemma purtroppo abraso duranti i moti rivoluzionari di fine Settecento, si entra nell'atrio e su per scalone decorato di magnifici laggioni di tante varietà diverse (Vi invito a visitare la pagina relativa a i RISSEU ed i LAGGIONI della SUPERBA per approfondire questo argomento e per vedere altre immagini di questo e degli altri palazzi che ancora conservano queste splendide piastrelle).




Se date un occhio alla destra del portale noterete, accanto al numero civico "9", un altro numero, "400". Non so se vi è mai capitato di passeggiar per Venezia e cercare un determinato numero civico: a differenza delle altre città europee e non solo, lì si segue ancora un antico sistema basato non sulla suddivisione in vie ma in sestieri; e così dovrete cercare non un civico particolare in una certa via ma un numero civico all'interno di un intero quartiere.
Ebbene, se la cosa vi sembra strana, sappiate che anche Genova fino a qualche secolo fa adottava  questo sistema: Palazzo di Negro è  in Piazza della Lepre n. 9, o, se volete, al n. 400 del Sestiere della Maddalena: insomma, due numeri, un solo luogo.




103. Palazzo in Vico della Lepre n. 7

(...continua)


104. Palazzo dei Fattinanti

Sito in Piazzetta Cambiaso (anticamente denominata “Piazza de’ Sette Dolori” per la presenza di un edicola votiva con la Madonna Addolorata, ancora oggi in piazza), quest edificio viene edificato nel XVI secolo per volere della nobile famiglia dei Fattinanti. Dopo di loro il palazzo passa prima ai Centurione, poi all’Ospedale di Pammatone per lascito testamentario ed infine ai Cambiaso nel Settecento.
Fu Gio. Giacomo Centurione nel 1619 a volere il rinnovamento del palazzo e dargli l’aspetto che vediamo oggi.
Purtroppo il bombardamento del 22 ottobre 1942 distrusse parte del palazzo ed oggi è sopravvissuto solo il bel cortile loggiato attribuito a Michele Carlone con decorazioni murali, che gli studiosi attribuiscono alla cerchia di Andrea Ansaldo accostandoli a quelli di Palazzo Imperiale in Campetto, e il bel portale marmoreo.
Al primo piano sono conservati alcuni splendidi laggioni di cui trovate qui di seguito un'immagine (altre immagini, la storia e gli altri laggioni ancora visibili nei vicoli di Genova nella pagina de i RISSEU ed i LAGGIONI della SUPERBA).
La parte del palazzo ricostruita nel dopoguerra ospita oggi un piccolo teatro.









105. Palazzo Spinola Balestrino (Via della Maddalena n. 26 e Vico dietro il Coro delle Vigne n. 11)   

Il palazzo, sito alla confluenza tra Via della Maddalena e Vico dietro il Coro delle Vigne, conserva sul lato affacciato a quest'ultimo vicolo un bel portale in marmo e lo scalone con piccola loggia voltata e affrescata che affaccia su sullo stretto vicolo. 


106. Palazzo in Piazza della Posta Vecchia n. 1






107. Palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi

Sito in Piazza della Posta Vecchia al civico 2, questo edificio venne edificato nel 1563 per volere dei De Franchi  su preesistenti edifici di proprietà Spinola e Grimaldi mantenendo in parte gli antichi muri perimetrali, ancora visibili in particolare su Vico Spinola e Vico alla Posta vecchia.
Superato il bel portale marmoreo in stile dorico si entra in un ampio cortile loggiato, oggi in parte tamponato, dal quale si diparte lo splendido scalone marmoreo che conduce ai piani nobili.
Nonostante i danni subiti negli interni dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il palazzo conserva al secondo piano nobile ancora due saloni con splendidi affreschi di Bernardo Castello e Domenico Fiasella.
Al primo si deve la decorazione del grande salone con "Scene della Gerusalemme Liberata", eseguiti nei primi anni del '600. Castello aveva conosciuto Torquato Tasso, autore della "Gerusalemme Liberata", qualche anno prima a Ferrara e aveva illustrato  l'edizione genovese dell'opera nel 1590. L'argomento era quindi a lui molto familiare: nel riquadro centrale è raffigurato l'assedio di Gerusalemme (sulla destra si nota una torre d'assedio, macchina da guerra ideata dal genovese Guglielmo Embriaco e costruita con i legni della navi genovesi, che si rivelerà risolutiva per la conquista della città santa). Nei riquadri laterali troviamo invece storie di Goffredo di Buglione, protagonista indiscusso della prima crociate e così cantato dal Tasso nel prologo della sua opera:

"Canto l'arme pietose e 'l capitano 
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co 'l senno e con la mano, 
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Il ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti."
(Gerusalemme Liberata, I)

Domenico Fiasella affresca invece la sala adiacente con "Sansone che stermina i Filistei". Il Sarzana dipinge la scena biblica descritta al versetto 15, capitolo 15, del Libro dei Giudici: "Trovò allora una mascella d'asino fresca, stese la mano, l'afferrò e uccise mille uomini."
Anche altre sale del secondo piano nobile conservano alcuni lacerti di affreschi purtroppo molto deteriorati.
Dal 1952 al 2003, le sale poco sopra descritte e quelle attigue ospitarono la sede provinciale del Partito Socialista Italiano. 


Le colonne del cortile loggiato al pian terreno di Palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi
(foto di Antonio Figari)

Le loggie si ripetono nei piani a salire
(foto di Antonio Figari)

Sansone sterminatore di Filistei" di Domenico Fiasella
(foto di Antonio Figari)

"Gerusalemme liberata" di Bernardo Castello
(foto di Antonio Figari)



108. Palazzo Agostino De Franchi

Sito in Piazza della Posta Vecchia al civico 3, questo palazzo fu edificato nel 1565 su progetto di Bernardino Cantone.
Esso conserva ancora, nonstante gli accorpamenti e le sopraelevazioni, un bell'atrio marmoreo al primo piano nobile e uno splendido ciclo pittorico di Luca Cambiaso raffigurante "Storie di Enea e Didone", nel salone principale e in un salone laterale al secondo piano nobile. A fianco di quest'ultima stanza, vi è un salone con bellissimi stucchi rococò. 

"Il Concilio degli dei" di Luca Cambiaso
(foto di Antonio Figari)




109. Palazzo Antonio De Franchi

(...continua)


110. Palazzo De Franchi - Rebisso - Piaggio

(...continua)



111. Palazzo Maineri e Massone-Bianco di San Secondo








112. Palazzo Jacopo Spinola



Sito in Via della Posta Vecchia al civico 16, l'edificio è frutto di un accorpamento di due abitazioni medievali voluto da Jacopo Spinola.
Lo splendido portale marmoreo è sormontato da uno dei sovrapporta più belli dei vicoli di Genova, paragonabile a pochi altri per eleganza e magnificenza: opera di Pace Gaggini e detto "Il Trionfo degli Spinola",  esso rappresenta un carro guidato con due figure di guerrieri trainato da due centauri cavalcati da due putti.
Superato il portale esterno e un portale interno di pietra nera con tondi imperiali, si arriva allo scalone con volte a crociera.
Particolarmente interessante ed insolita la soluzione interna del cortile angolare (oggi chiuso e inglobato in una bottega che dà su Via della Maddalena)  dove un capitello riporta la data 1531, anno nel quale con ogni probabilità si conclusero i lavori voluti dallo Spinola.


113. Palazzo Spinola Zecchino





114. Palazzo Francesco Borsotto







...continua nella pagina de i PALAZZI privati (seconda parte)

18 commenti:

  1. Complimenti davvero, il sito è bellissimo, molto interessante per chi, come me, si trova a passare ogni tanto per Genova e a camminare per i suoi vicoli, ma anche un invito a vivere la città e a non abitarci soltanto.
    F.F.

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    1. Grazie F.F.! Son proprio contento che il sito ti sia piaciuto che tu abbia colto lo spirito che fa da sfondo al tutto: il non limitarsi a guardare e passare, ma il vivere e capire la bellezza che ci circonda per preservarla e custodirla nel futuro.

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  2. Grazie Antonio anche per questo bellissimo post !!! E' il piu' bello in assoluto ! Io ho avuto il laboratorio di Restauro sia in Vico Indoratori che , poi , in Via San Bernardo ..proprio di fronte all'antica Drogheria . So bene quindi cosa intendi per "vivere" i vicoli di Genova . Ti ringrazio inoltre per aver riesumato il bellissimo libro della mia prof. di Storia dell'Arte ( Liceo Artistico N.Barabino) Luisa Muller Profumo : LE PIETRE PARLANTI ...una grande donna che mi ha insegnato molto .
    Ti dono una piccola curiosita' : alcuni affreschi che hai "immortalato" li ho restaurati io ..tanti tanti anni fa ... e la facciata di Palazzo Cybo su Via Gramsci l'ha restaurata un grande decoratore genovese : Luca Taccia .

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    1. Grazie a te Daniela per le tue parole! Sono contento che ad una persona che ha vissuto i vicoli come te piaccia questa pagina. Il parlare di "pietre parlanti" è a parer mio una definizione che si adatta perfettamente ai nostri vicoli dove ogni facciata, ogni angolo di palazzo, ogni lapide racchiude segreti e storie da raccontare.
      I miei complimenti per il tuo lavoro di restauro dei palazzi! Chissà quanti altri palazzi che immortalerò sono frutto del tuo lavoro.

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  3. Sarebbe interessante organizzare una visita guidata ....

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    1. Buonasera! Se ha piacere ad accompagnarmi nei miei giri alla scoperta dei segreti dei vicoli mi scriva al mio indirizzo mail info@isegretideivicolidigenova.com .

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  4. Mi servivano immagini di muri esterni affrescati. Figurati se qua non li trovavo!
    Bella a mae Zena! No, a NOSTRA Zena. Ciao!

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    1. Un piacere esserti di aiuto amica mia! W la nostra Zena!

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  5. meraviglioso sito. interessantissimo. complimenti.. per me,una piemontese "poco inserita" a Genova,tale accuratezza e bellezza,ha prodotto curiosità e stupore.

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    1. Cara Gigina, Ti ringrazio per le Tue parole! Sono felice di suscitare in te queste emozioni!

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  6. Ciao Antonio,
    ho una curiosità e mi chiedevo se nei tuoi libri antichi e nelle tue ricerche hai notizie in merito.
    Ho visto nel civico 9 di vico Casana un busto di un benefattore di Genova e della Liguria, che , come dice la targa, volle restare Innominato. Si hanno notizie di chi sia ?
    Ciao!
    Olga

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    1. Ciao Olga, il benefattore di Vico Casana è un mistero che non ho ancora risolto. Qualche anno fa mi infilai in quel palazzo approfittando del portone aperto e mi ritrovai davanti a questo busto che tuttora rimane senza nome. Ho deciso che un giorno dedicherò a lui un paragrafo nella pagina dedicata ai "poeti SANTI scrittori AVVENTURIERI" nella speranza di trovare sue notizie in qualche libro o che qualche lettore vedendolo su questo blog mi aiuti a risolvere questo enigma.

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  7. Ciao Antonio,
    Innanzitutto rinnovo i miei complimenti per il sito!
    Ti scrivo perchè sto cercando informazioni riguardanti la palazzata di Sottroripa, nello specifico sui tre edifici bombardati durante la seconda guerra mondiale e successivamente demoliti durante gli anni '50 per costruirvi al loro posto il cosiddetto "grattacielo Svizzera" di Caricamento, struttura orrenda e completamente fuori contesto logico oggi giustamente ribattezzato eco-mostro di piazza Caricamento.
    Sai darmi informazioni a riguardo?
    Grazie mille!

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    1. Ciao MacLucky, grazie per i Tuoi complimenti! Per quanto riguarda i tre palazzi di Sottoripa distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale poco so. Per il momento ho alcune foto di questi edifici ma nulla di specifico ho finora trovato. Sto lavorando ad una pagina sulla Genova scomparsa e questi palazzi saranno sicuramente oggetto di un approfondimento. Nel mentre, se riesci a scoprire qualcosa Tu, sarei felice se mi informassi a riguardo scrivendomi una mail a info@isegretideivicolidigenova.com .

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  8. Ciao Antonio e complimenti anche da parte mia. Una cosa mi sono sempre chiesto sui palazzi del centro storico di Genova. Cosa rappresentano quelle armi in bronzo poste su alcune facciate? Hanno un significato storico oppure sono state inserite in fase di ristrutturazione solo a fini estetici? Grazie, un saluto.

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  9. Grazie mille per tutto quello che ci trasmetti. Vorrei chiederti se è vero che nei pressi di via dei Giustiniani sono in vendita appartamenti ex dimora ultimo o penultimo doge di Genova .Grazie

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  10. Antonio, scusa! Sono un'oca: non ho trovato Piazza dell'Amor Perfetto! MI SERVEE!

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  11. Scusa, Antonio, vorrei trovare le mampe: come sono fatte, come funzionano! Dove le trovo?
    Grazie, amico mio.
    Spero che non ti abbia portato guai seri, il COVID: io devo camminare col deambulatore! Meno male che scrivo... Un abbraccio

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