i FANTASMI di GENOVA

(the ghosts of Genoa, les fantômes de Gênes, los fantasmas de Génova, os fantasmas de Génova, Призраки Генуе, ジェノヴァの幽霊, 鬼热那亚, أشباح جنوى)



I vicoli di Genova, coi loro antichi palazzi nobiliari e i chiaroscuri della luce che con difficoltà tenta di entrarvi, sono teatro di spettrali apparizioni che nei secoli si sono moltiplicate, tracce di presenze del passato  frutto della credenza popolare e di avvenimenti storici, spesso tragici come omicidi o suicidi. In questa pagina cercherò di raccontarvi tutti i personaggi che si aggirano per i vicoli di Genova.





INDICE

1. Il carro spettrale di Porta dei Vacca
2. Il fantasma di Giulio Cesare Vacchero
3. La fontana di Piazza Vacchero
4. Il fantasma di Branca Doria
5. Lo spirito del vento ed il Diavolo in Salita dell'Arcivescovado
6. Le ombre a Campo Pisano
7. La vecchina di Vico dei Librai
8. Il bambino di Via Luccoli
9. I fantasmi beneauguranti di Via Luccoli
10. La cortigiana di Piazza Senarega
11. La meretrice di Vico delle Mele
12. Il tedesco lussurioso
13. Il fantasma di Stradella
14. La pietra della Cagna Corsa
15. Il fantasma di Daniel O'Connell
16. La triste Nina
17. La dama bianca di Tursi
18. La dama velata di Vico Brignole
19. Il fantasma di Stefano Raggi
20. I fantasmi di Via ai Quattro Canti di San Francesco
21. Lo spettro di Paul Valery
22. Il Basilisco e le porte degli Inferi
23. I fantasmi di Salita San Nicolosio
24. Il fantasma della donna tradita all’Olivella
25. Le “fantastiche” melodie di Via Lomellini
26. I soldati di ronda sulle Mura del Barbarossa
27. Il gentiluomo con lo smoking di Galleria Mazzini
28. Il fantasma di Leyla Carbone
29. I progettisti di San Lorenzo
30. I fantasmi della necropoli di Piazza San Lorenzo
31. Il fantasma di Tommasina Spinola 
32. I condannati a morte di Piazza Cavour
33. Il carro di Porta Siberia
34. Il messaggero in San Bernardo



1. Il carro spettrale di Porta dei Vacca

Via del Campo
(foto di Antonio Figari)
Iniziamo il nostro viaggio alla ricerca dei fantasmi dei vicoli da una delle porte della città. Si dice che presso la porta dei Vacca, appena fuori dall'antica cinta muraria medioevale, potrebbe capitarvi di imbattervi in un carro spettrale. 
Via delle Fontane
(foto di Antonio Figari)
Si narra infatti che, dalla Porta dei Vacca, nelle notti tra il Venerdì Santo e l'alba della Pasqua, uscirebbe, per  risalire lungo l'odierna via delle Fontane e poi sulle alture della valle di Carbonara, un carro spettrale che, condotto da un misterioso spirito incappucciato e trainato da un fantastico destriero, condurrebbe verso luoghi di maggiore pace le anime di quanti sono stati colti da morte violenta o improvvisa; e chissà, forse sul carro potreste vedere  un certo Vacchero, di cui tra poco Vi narrerò la storia, una delle tante anime colte da morte violenta.
Se per caso nel Vostro vagare notturno alla ricerca del carro spettrale siete stati sfortunati non disperate: poco lontano, in via del Campo  potreste incontrar lo spirito del  Vacchero o imbattervi nelle visioni che fuoriescono dalla vicina fontana.


2. Il fantasma di Giulio Cesare Vacchero

Giulio Cesare Vacchero fu protagonista di una congiura contro il governo genovese, appoggiata dal duca di Savoia Carlo Emanuele I. Tradito da uno dei suoi compagni di congiura, Gianfrancesco Rodino, il quale rivelò il piano al doge Gian Luigi Chiavari, Vacchero fu condannato a morte e il suo palazzo fu raso al suolo.
Una “colonna infame” fu eretta dove sorgeva il suo palazzo a memoria dello scellerato gesto da lui compiuto. In cima alla colonna una targa ricorda i fatti:


JULIJ CAESARIS VACHERIJ
PERDITISSIMI HOMINIS
INFAMIS MEMORIA
QUI CUM IN REMPUBLICAM CONSPIRASSET
OBTRUNCATO CAPITE PUBLICATIS BONIS
EXPULSIS FILIIS DIRUTAQUE DOMO
DEBITAS POENAS LUIT
A.S.MDCXXVIII

(A memoria dell’infame Giulio Cesare Vachero, uomo scelleratissimo, il quale avendo cospirato contro la Repubblica, mozzatogli il capo, confiscatigli i beni, banditigli i figli, demolitagli la casa, espiò le pene dovute, anno del Signore 1628)



In seguito i suoi discendenti fecero costruire un’imponente fontana per nascondere la "colonna infame" (vi rimando alla pagina dedicata a l'ACQUA pubblica  per approfondire la storia di questa fontana).
Ebbene, si narra che spesso, in piazza Vacchero, teatro di queste tragiche vicende, presso la colonna infame, si aggiri il fantasma di Giulio Cesare Vacchero: numerose sono infatti le testimonianze di abitanti della zona che sono incappati nello scelleratissimo nobile genovese.
Una curiosità: quella che vediamo oggi è in realtà un rifacimento in cemento dell'antica colonna di cui rimane solo la lapide marmorea. L'antica colonna  infatti si trovava in mezzo alla piazza  dietro la fontana e fu demolita  e riposizionata dove la vediamo oggi nel secondo dopoguerra per poter utilizzare lo spiazzo come parcheggio (un triste esempio di come spesso, per futili motivi, si distrugge la storia della nostra città). 

La Colonna "Infame"
(foto di Antonio Figari)



3. La fontana di Piazza Vacchero

Nelle notti in cui la luna coi suoi raggi raggiunge il porfido della  fontana, fatta costruire dai discendenti dello scelleratissimo Vacchero, del quale vi ho parlato nel precedente paragrafo, in essa pare si possano osservare orrende visioni. 
Vi rimando alla pagina dedicata a l'ACQUA pubblica per approfondire la storia di questa fontana.


La fontana di Piazza Vacchero con la sua vasca di porfido 
(foto di Antonio Figari)



4. Il fantasma di Branca Doria

Branca Doria, il cui palazzo ancora oggi si erge alla sinistra della chiesa di San Matteo, nell'omonima piazza, è un nobile genovese vissuto a cavallo tra il 200 e il 300.
Fu un personaggio molto controverso: divenne governatore del giudicato di Logudoro, uno dei quattro giudicati in cui i Pisani avevano suddiviso la Sardegna dopo averla conquistata ai Saraceni, dopo aver assassinato a tradimento il suocero Michele Zanche.
Egli compare nella Divina Commedia nel XXXIII canto dell'Inferno, nella terza zona del nono cerchio, e cioè nella Tolomea, dove sono puniti i traditori degli ospiti:

"Tu 'l dei saper, se tu vien pur mo giuso:
elli è ser Branca Doria, e son più anni
poscia passati ch'el fu sì racchiuso».
«Io credo», diss' io lui, «che tu m'inganni;
ché Branca Doria non morì unquanche,
e mangia e bee e dorme e veste panni».
«Nel fosso sù», diss' el, «de' Malebranche,
là dove bolle la tenace pece,
non era ancora giunto Michel Zanche,
che questi lasciò il diavolo in sua vece
nel corpo suo, ed un suo prossimano
che 'l tradimento insieme con lui fece." 


Come Alberigo dei Manfredi, il Doria, benché non ancora morto, viene collocato da Dante all'Inferno: il Sommo Poeta spiega, infatti, che l'anima di un traditore, appena commesso il delitto, viene subito sprofondata nella Tolomea, mentre nel suo corpo sulla terra prende dimora un diavolo.
E proprio la sua collocazione nell'inferno dantesco ha generato voci e racconti secondo cui in alcune notti si potrebbe incontrar la sua anima che vaga in piazza: testimoni riferiscono di aver notato la sua ombra allontanarsi furtiva tra le colonne. Secondo alcuni, una traccia rossastra sul marmo di una determinata colonna evocherebbe il fantasma del Doria, che proprio quella colonna avrebbe eletto a suo originale domicilio. Altri invece sostengono di averlo visto attraversare la piazza con le mani insanguinate prima di entrare in chiesa e scomparire, dopo aver lasciato una traccia di sangue rossastra su una colonna di marmo.


La Chiesa di San Matteo e alla sua sinistra il duecentesco palazzo di Branca Doria
 
(foto di Antonio Figari)


Interno della Chiesa di San Matteo: sulla seconda colonna sulla sinistra una grossa macchia rossa copre la colonna di marmo, segno del passaggio di Branca Doria o  forse suo domicilio? 
(foto di Antonio Figari)



5. Lo spirito del vento ed il Diavolo in Salita dell'Arcivescovado

Narra una leggenda che una notte lo spirito del vento andasse a passeggio nei vicoli con il Diavolo. Arrivati al Palazzo dell'Arcivescovado il Diavolo disse al vento che doveva un attimo entrare e scambiare due parole con alcuni alti prelati. Ebbene, i maligni e coloro che non vedono di buon occhio la Chiesa raccontano che il Diavolo non uscì più dal Palazzo dell'Arcivescovado e che il vento da quella notte continui a correre su e giù per Salita dell'Arcivescovado in attesa che il suo compare esca dal palazzo.
Altri invece sostengono che il Diavolo fu scacciato malamente dal Palazzo Arcivescovile riparando in fretta e furia lontano da lì senza avvertire però lo spirito del vento che è ancora lì ad aspettarlo.


Salita dell'Arcivescovado
(foto di Antonio Figari)



6. Le ombre a Campo Pisano



La storia dei fantasmi di Campo Pisano ha la sua origine nel 1284 con la vittoria dei genovesi su Pisa nella battaglia della Meloria.
Questa piazza e la zona circostante viene edificata a partire dal XV secolo; successivamente  essa venne inglobata nelle mura del XVI secolo. La piazza ha la forma di una ansa con le case alte e  il pavimento a "risseu" bianchi e blu (i risseu sono "ricami di pietra" fatti utilizzando ciottoli marini usati a Genova e in Liguria  per decorare le pavimentazioni dei selciati e delle piazze cittadine).
Il turista che oggi arriva in questa piazza viene colto dalla bellezza del luogo, con le sue alte case quasi intente ad abbracciare il viandante e il mare che compare in uno spiraglio tra le case che portano alla Marina. Ebbene, tutto questo romanticismo deve esser sfuggito ai novemila prigionieri pisani che, secondo la tradizione (in realtà, come ci raccontano le fonti storiche, essi invece furono richiusi in una edificio nella zona del Molo), vennero rinchiusi in questo luogo, i quali, a causa del rigido inverno e delle precarie condizioni nelle quali erano costretti a vivere, morirono quasi tutti e, sempre secondo la tradizione,  lì vennero seppelliti.
Si dice che le loro anime senza pace siano ancora presenti in zona e c'è chi afferma che nelle notti di tempesta si possano ancora scorgere le sagome dei prigionieri pisani che in catene risalgono la scalinata che dalla Marina porta in Campo Pisano.


Campo Pisano 
(foto di Antonio Figari)


La salita che portò i prigionieri pisani incatenati dalla Marina a Campo Pisano 
(foto di Antonio Figari)



7. La vecchina di Vico dei Librai

Si narra del fantasma di una anziana signora che si aggira nei pressi di Porta Soprana.
La simpatica anziana chiede con fare molto gentile ai passanti  indicazioni per raggiungere la sua casa in Vico dei Librai.
Questo vicolo purtroppo non esiste più: insieme all'intera zona di Via Madre di Dio fu rasa al suolo nella seconda metà del XX secolo.
La signora è forse il più famoso fantasma dei vicoli di Genova e  molte testimonianze rendono ancora più reale la sua presenza in zona Porta Soprana.  

 La scomparsa Piazzetta dei Librai







8. Il bambino di Via Luccoli

L'odierna Via Luccoli deriva il suo nome dal latino "lucus" o "luculum", boschetto sacro. Secondo una leggenda esso era intitolato alle divinità pagane di Camuho e Acca, rispettivamente incarnazioni del sole e della luna.
In questo bosco nell'antichità si compivano anche sacrifici umani. Tra queste vittime sacrificali pare ci fosse stato una volta anche un bambino: quello che è passato alla storia come "il bambino di Via Luccoli". Si narra che egli appaia alle persone tristi e di malumore assorte nei loro pensieri che passeggiano lungo questa antica via: il bimbo non parla e si limita a sorridere ai passanti per poi svanire nel nulla infondendo loro un senso di serenità e di sollievo.
I racconti dei testimoni non mancano e c'è chi pensa che quello spirito che talvolta appare per portare un pò di sollievo alle tristi anime terrene sia proprio l'innocente giovane sacrificato in questo luogo più di mille anni fa.


Via Luccoli
(foto di Antonio Figari)


9. I fantasmi beneauguranti di Via Luccoli

Il "bambino di Via Luccoli" non è l'unica anima che vaga per l'antico bosco sacro che mille anni fa si estendeva da Soziglia fino all'Acquasola. 
La zona di Luccoli, che a partire dal XVI secolo assume la conformazione di via cittadina contornata da splendidi palazzi i maggiori dei quali di proprietà degli Spinola di Luccoli, proprio per la sua aurea misteriosa di sede di antichi riti pagani, conserva la nomea di speciale luogo di apparizioni di spiriti beneauguranti, misteriose apparizioni che nei secoli si sono moltiplicate.


10. La cortigiana di Piazza Senarega


Scendendo via Luccoli, superata piazza Soziglia e via Orefici, giungerete poco prima della Loggia di Banchi in una antica piazzetta: Piazza Senarega.
Dal palazzo dell'antica famiglia che dà il nome alla piazza, i più fortunati potranno scorgere, a mezzogiorno in punto, uscire da una finestra e alzarsi verso il cielo, il fantasma di una cortigiana con un fagotto in mano: guardando un po' meglio scoprirete che quel fagotto è la sua testa mozzatale da un amante troppo geloso.


Palazzo Senarega: da qui a mezzogiorno in punto uscirebbe da una finestra la ragazza con il suo fagotto in mano
(foto di Antonio Figari)



11. La meretrice di Vico delle Mele



Partendo da Piazza Senarega, lasciata alle vostre spalle via Orefici, vi ritroverete in Vico delle Mele.
Anche questo buio vicolo nasconde una storia misteriosa nella quale, come in piazza Senarega, la protagonista è una cortigiana.
Si narra infatti che una meretrice, dopo un incontro amoroso, sia scomparsa portando con sé anche il palazzo dove l'incontro clandestino avvenne, un'antica dimora patrizia misteriosamente scomparsa insieme alla ragazza.



12. Il tedesco lussurioso



Una terza e poco famosa anima in pena è anch'essa legata alle donne di malaffare.

E' quella di un soldato tedesco che decide di passar qualche ora insieme ad una prostituta nei vicoli genovesi. Siamo nel 1943 e i nazisti stanno occupando Genova. I vicoli però per loro natura rimangono zona poco controllabile dalle truppe tedesche.

Il "crucco", arrogante e poco propenso ad accogliere i suggerimenti dei commilitoni che gli sconsigliavano di addentrarsi nel buoi dei carruggi genovesi, decide di avventurarsi nel dedalo del centro storico e, dopo essersi "divertito",  si perde e viene ucciso in un'imboscata. I piaceri della carne gli sono fatali.

Pare che il suo spettro si aggiri ancora nel centro storico della Superba alla ricerca dei piaceri proibiti... insomma, quando si dice: il lupo perde il pelo ma non il vizio.





13. Il fantasma di Stradella



In fondo a via Orefici si apre allo sguardo del passante una splendida piazza detta di Banchi per il fatto che qui anticamente i cambiavalute svolgevano la loro opera.
Nella parte orientale della piazza, vicino a dove nel decimo secolo sorgeva la porta di San Pietro, di cui oggi rimane l'archivolto che sovrasta la strada che dalla via di San Pietro alla Porta conduce alla piazza delle Cinque Lampadi, sorge la singolare Chiesa di San Pietro.


San Pietro in Banchi e in primo piano la scalinata dove avvenne l'assassinio di Alessandro Stradella
(foto di Antonio Figari)

Particolarità di questa chiesa è l'esser costruita sopraelevata rispetto alla piazza stessa. Questa innovativa soluzione fu studiata per far sì che le botteghe che al pian terreno si sistemarono potessero finanziare la ricostruzione della chiesa sovrastante che era andata distrutta in seguito ad un incendio.

Sulla bella scala di marmo che conduce all'ingresso di San Pietro alla fine del diciassettesimo secolo fu pugnalato a morte il musicista Alessandro Stradella.
Alessandro Stradella
(immagine da http://it.wikipedia.org/wiki/File:AlessandroStradella.jpg)
La sua triste fine è l'epilogo di una sua infelice scelta: quella di innamorarsi di una donna già amante di un nobile veneziano. Quest'ultimo aveva ingaggiato Stradella per impartire alla giovane lezioni di musica. Il compositore e la ragazza divennero ben presto amanti e quando la relazione fu scoperta essi furono costretti a scappare dalla laguna veneta. Il nobile veneziano colpito nell'orgoglio assoldò due sicari per ammazzarli ma la loro missione fallì.
Stradella si rifugiò a Genova dove scrisse e compose opere e cantate, ma purtroppo una sera del 1682, il 28 febbraio, venne raggiunto da un sicario del veneziano che sulla scalinata della Chiesa di San Pietro in Banchi mise fine alla sua vita.
Per altri invece la sua morte fu, per così dire, ordita, dalla famiglia dei Lomellini, contraria al fatto che una donna appartenente alla stessa famiglia si fosse invaghita del maestro.
Questa targa posta è nelle Chiesa delle
 Vigne dove Stradella è stato sepolto
(foto di Antonio Figari)
Qualunque sia la verità sulla morte del compositore, una leggenda circonda questo luogo: pare che da quel triste giorno del diciassettesimo secolo, in certe sere, si possano udire struggenti note nell'aria, quasi un lamento in musica di Stradella.











14. La pietra della Cagna Corsa

Nel XVII Secolo, in Piazza Banchi, era facile imbattersi in una mendicante di nome Caterina, più conosciuta con il soprannome dispregiativo di "Cagna Corsa".
La poveretta venne accusata di stregoneria: si diceva che lanciasse malefici ai passanti con una particolare predilezione per i bimbi.
Le morti dei fanciulli della zona, come documentato negli atti del processo che la videro, suo malgrado, protagonista, erano a lei attribuite.
La "Cagna Corsa" venne arsa viva in Piazza Banchi nel settembre del 1630.
Si dice che ancora oggi un'antica pietra di questa piazza emani calore come se il rogo che arse viva la povera Caterina non si fosse mai spento.


15. Il fantasma di Daniel O'Connell

In Via al Ponte Reale, la strada che collega Piazza Banchi a Caricamento, se alzate lo sguardo sulla destra vedrete sulla facciata di un palazzo una lapide in marmo in ricordo di Daniel O' Connell che, di passaggio a Genova nel suo viaggio verso Roma, qui morì (troverete la sua storia alla pagina de poeti SANTI scrittori AVVENTURIERI).



Dando compimento alle sue ultime volontà, il corpo di O' Connell tornò in Irlanda per esser seppellito nel cimitero di Glasnevin a Dublino mentre il suo cuore fu portato a Roma e sepolto nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti dove è tuttora conservato.
Si narra che il suo spirito vaghi ancora nei vicoli di Genova e ciò accadrà finché il cuore non sarà riunito al resto del corpo.



16. La triste Nina

Palazzo Lercari in via Garibaldi
(foto di Antonio Figari)
"ANNAE SCHIAFFINI CORVETTO, PRIDIE CALENDAS MAIAS SUIS PATRIAEQUE EREPTAE STEPHANUS EX GIUSTINIANEIS D. CHIENS PARVIQUE NATI UXORI MATRIQUE OPTATISSIMAE INSOLABILES PONEBANT. MDCCCXLI." Queste parole sono scritte sulla lapide di Anna Schiaffino Giustiniani, suicida all'età di 33 anni e sepolta nella Chiesa della SS. Concezione e Padre Santo a Genova, in Piazza dei Cappuccini.
La sua anima vaga in via Garibaldi da quella notte del 24 aprile 1841 quando, durante una serata di gala, si lanciò da una finestra di Palazzo Lercari.
Ecco la sua storia: nata a Parigi il 9 agosto 1807, città nella quale trascorse l'infanzia, la piccola Anna giunge a Genova quando il padre viene nominato console generale di Francia a Genova.
A 19 anni va in sposa al marchese Stefano Giustiniani, appartenenente ad una delle più influenti famiglie nobili genovese e filomonarchico. 
A differenza del marito ella invece ha posizioni filo-repubblicane e dà vita ad uno dei salotti  "politici" ottocenteschi più frequentati partecipando attivamente anche a raccolte fondi per la Giovine Italia mazziniana.
E' in questo periodo che fa la conoscenza di un giovane ufficiale dell'esercito: Camillo Cavour.
Con lui inizierà un fitto rapporto epistolare che si tramuterà in una profonda amicizia e forse in qualcosa di più, almeno per Anna. I due si incontrano clandestinamente nella Villa Belvedere di Voltri, a Torino e alle Terme di Vinadio.
Cavour ad un certo punto però decide di troncare questa amicizia ed Anna cade in una profonda depressione che la porterà a tentare più volte il suicidio.
Inizia così il suo esilio dal mondo che la porterà, la sera del 24 aprile 1841, a compiere l'estremo gesto gettandosi da una finestra di Palazzo Lercari dove, insieme al marito, si era trasferita vivere.
Si dice che ogni anno, il 24 di aprile, sotto la finestra dalla quale Anna si lasciò cadere, comparirebbe sul selciato di Via Garibaldi la macchia del suo corpo.

Anna Schiaffino Giustiniani



17. La dama bianca di Tursi

I palazzi di Via Garibaldi erano famosi oltre che per le splendide sale e i tesori che custodivano al loro interno anche per i giardini pensili, ricchi di statue e ninfei dove i nobili passeggiavano e si intrattenevano coi loro ospiti.
Si narra che nei giardini dietro Palazzo Doria Tursi si aggiri da qualche secolo una dama vestita di bianco che dopo aver vagato tra fontane e vialetti alla fine svanisca nel loggiato dello stesso palazzo. La sua figura, dicono chi l'ha incontrata nei secoli, assomiglia a quella delle dame ritratte dagli artisti come Van Dyck o Rubens che nei secoli d'oro hanno ritratto i nobili genovesi in tele che oggi si possono ammirare sia a Genova che in giro per il mondo nei più bei musei.

Palazzo  Doria Tursi
(foto di Antonio Figari)


18
. La dama velata di Vico Brignole

Di fronte a Palazzo Tursi,  subito sotto Palazzo Brignole Sale, conosciuto anche come Palazzo Rosso, sede della famosa Galleria, ci ritroviamo in Vico Brignole.
C'è chi giura che da una finestra all'ora del tramonto si possano udire i singhiozzi di una donna misteriosa provenire da una finestra e c'è chi alzando lo sguardo   è  riuscito a vedere una misteriosa donna velata. 



19. Il fantasma di Stefano Raggi 

La torre nolare di San Donato
(foto di Antonio Figari)

La torre nolare di San Donato (di cui trovate la storia nella pagina de i CAMPANILI di GENOVA) fu muta testimone nel 1650 delle vicende del nobile Stefano Raggi, discendente di quello Stefano Raggi che, nel Cinquecento, commissionò al fiammingo Joos van Cleve, per la sua cappella di famiglia, lo splendido Trittico dell’Adorazione dei Magi, ancora oggi conservato in San Donato. 
Venuto a sapere di essere ricercato dalle Pubbliche Autorità a causa di una rissa da lui provocata, il Raggi, uomo iracondo e facile all’ira, decise di rifugiarsi nella torre nolare: da lì riuscì a difendersi ed a sfuggire alla cattura prendendo ad archibugiate chiunque tentasse di avvicinarsi. 
Passò non molto tempo e il figlio del Raggi venne messo al bando dal Doge Giacomo De Franchi Toso. Stefano Raggi criticò apertamente la decisione del Doge e quest’ultimo emise l’ordine di farlo arrestare. 
Sorpreso nella sua casa, lo stesso venne condotto nella Torre Grimaldina di Palazzo Ducale con l’accusa di essere in procinto di compiere un colpo di Stato. 
Il Raggi decise che era ora di farla finita: fattosi portare dalla moglie un crocifisso nel quale era celato un piccolo stiletto, si suicidò. 
Il suo corpo, come si soleva fare con i traditori della Repubblica ed i peggiori criminali, fu esposto davanti al Palazzo Ducale. 
Dopo la sua morte, la Repubblica comminò una punizione esemplare che fosse da monito a chi pensasse di compiere un gesto simile: i suoi figli furono messi al bando e privati dei loro titoli nobiliari, le sue proprietà confiscate e la sua dimora, che sorgeva non lontano dalla Chiesa di San Donato, fu rasa al suolo e al suo posto venne eretta una colonna infame (un epilogo simile a quello che toccò al più famoso Giulio Cesare Vacchero, le cui vicende ancora oggi sono ricordate da una “colonna infame” che sorge in Piazza Vacchero).  
A differenza di quella del Vacchero, la colonna infame del Raggi oggi non esiste più e quasi nessuno conosce la storia di quest’uomo. I libri ci tramandano quanto scritto su questa colonna:

STEPHANI RAGGI
CRIMINIS LESAE MAJESTATIS CONVICTI
ILLATA SIBI MORTE SCELERIS CONSCII
CADAVERE FURCA SUSPENSO
FILIIS EXPULSIS ET NOBILITATE PRIVATIS
BONIS PUBLICATIS DIRUPTIS AEDIBUS
SCELESTISSIMI ET TEMERARII HOMINIS
ET A GENTILIUM SUORUM MORIBUS LONGE
DESCINDENTIS 
MEMORIA PERPETUA DAMNATA
ANNO MDCL


(a memoria perpetua di Stefano Raggi, incarcerato per il crimine di lesa Maestà, che si diede la morte conscio del delitto, impiccato il cadavere sulla forca, banditi i figli e privati della nobiltà, confiscati i beni distrutte le case di quest’uomo scelleratissimo ed imprudente e diversissimo nei costumi dalla sua stirpe. Anno 1650)

Si dice che il fantasma di Stefano Raggi vaghi ancora per San Donato e che lo si possa intravedere in autunno, al tramonto, avvolto in una tunica rossa.


20. I fantasmi di Via ai Quattro Canti di San Francesco




Si dice che, nel silenzio della notte, nella salita che dai bui vicoli conduce prima in Piazza della Meridiana e poi su in Salita San Francesco, si possano udire i passi e scorgere le scure cappe dei frati che si dirigono verso quella che fu una volta la Chiesa di San Francesco: essa, che si ergeva nella zona che oggi è occupata dai giardini a nord di Palazzo Bianco, fu demolita nel 1820. Nel palazzo a nord del giardino sono state inglobate e sono ancora visibile alcune colonne della Chiesa; nell’edificio ad ovest di questo invece è sopravvissuta ai secoli la splendida Sala Capitolare del Convento.


21. Lo spettro di Paul Valery 

Paul Valery

E proprio nell’edificio che conserva la Sala Capitolare del Convento di San Francesco, il civico 7 di Salita San Francesco, soggiornò, al terzo piano, ospite degli zii materni, Paul Valery. Il poeta visse a Genova uno dei momenti più intensi della propria esistenza nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1892, la Nuit de Gênes, che egli descriverà come spaventosa ed infinita, e che  lo porterà ad allontanarsi per molto tempo dalla poesia. Molti testimoni raccontano che, passando sotto casa di Valery nelle notti di pioggia, si siano sentiti come colti da un’improvvisa ansia esistenziale come se il fantasma di Valery, che qui soggiorna, avesse in qualche modo trasmesso loro il suo stato d’animo.


22. Il Basilisco e le porte degli Inferi

Nella discesa che dalla Chiesa di San Siro porta in Fossatello ancora oggi, incastonata tra gli archi di una casa torre medievale, c’è una piccola lapide marmorea raffigurante San Siro ed il Basilisco, un animale dalle forme bestiali e dall’alito infame, il Basilisco, con il corpo di serpente, la testa e le zampe di gallo: lì sorgeva un pozzo nel quale dimorava questa orrida bestia che San Siro riuscì ad ammansire ed allontanare (trovate la storia relativa a questo miracoloso evento al paragrafo 47 della pagina de le PIETRE parlanti). Il pozzo, una volta liberato da questa mostruosa presenza, venne murato e una lapide venne posta a ricordo dell’evento miracoloso. 
Tuttavia, nonostante grazie all’intervento del Santo la zona venne liberata dalla scomoda presenza del Basilisco, la tranquillità degli abitanti è ancora oggi turbata dalle dicerie che individuerebbero proprio qui uno dei varchi degli Inferi (si dice che a Genova ce ne sarebbero tre) attraverso i quali le anime riuscirebbero a tornare nel mondo dei vivi. 


23. I fantasmi di Salita San Nicolosio 

Nelle creuze che da Piazza della Zecca conducono a Castelletto riecheggia nella toponomastica i nomi dei Conventi che qui si ergevano: Salita San Nicolosio e la vicina Salita delle Monache Turchine devono i loro nomi ai due complessi monastici che qui avevano le loro sedi. Oggi di San Nicolosio rimane solo la Chiesa (di cui trovate la storia al paragrafo 14 nella pagina de le CHIESE di GENOVA) mentre il Convento è stato trasformato in un condominio, del Convento delle Turchine sopravvive solo il nome nella toponomastica cittadina ed un antico muro un tempo parte del complesso monastico. 
Passeggiando di notte lungo queste antiche salite non è raro intravedere in lontananza esili figure femminili avvolte in tonache scure che sembrano dirigersi verso quelli che un tempo furono luoghi di preghiera  e di pace.


24. Il fantasma della donna tradita all’Olivella

Nella zona del Carmine, in Piazza San Bartolomeo dell’Olivella, una dei luoghi più silenziosi e meno conosciuti dei vicoli di Genova, sede di un antico Convento con annessa Chiesa (di cui trovate la storia al paragrafo 12 nella pagina de le CHIESE di GENOVA) testimoni raccontano di una donna, più volte viste all’alba, che si allontanerebbe dalla piazzetta  imboccando l’archivolto seicentesco del Convento che separa la piazza da salita Carbonara per poi sparire verso i monti, la quale condurrebbe con sé un fagotto contenente la testa del di lei marito reo di tradimento (ben diversa la sorte della cortigiana di Piazza Senarega descritta al paragrafo 10 di questa pagina, ricordate?).


25. Le “fantastiche” melodie di Via Lomellini

L’oratorio di San Filippo (di cui trovate la storia al paragrafo 12 nella pagina de gli ORATORI e le CASACCE) ancora oggi è uno dei luoghi della Superba dove spesso si può assistere a concerti di musica classica: qui, tra i tanti, si esibì anche Nicolò Paganini.

Si dice che da questo luogo si diffondano meravigliose melodie anche quando non vi sono concerti all’interno: alcuni hanno riconosciuto in queste musiche il violino di Paganini, altri invece ritengono siano melodie suonate dal fantasma di Alessandro Stradella che si divertirebbe a disturbare i sonni di quei Lomellini che tanto osteggiarono il suo amore verso una fanciulla d questa nobile casata.


26. I soldati di ronda sulle Mura del Barbarossa

Lungo il tratto delle Mura del Barbarossa che da Porta Soprana conduce al Ponte di Carignano, sul quale affacciano molte case, c'è chi giura di aver sentito, nel silenzio della notte, i passi e il vociare dei soldati di guardia che per secoli calpestarono queste pietre avanti ed indietro lungo questo camminamento nelle lunghe ore di ronda notturna.

Il camminamento lungo le Mura del Barbarossa
(foto di Antonio Figari)



27. Il gentiluomo con lo smoking di Galleria Mazzini

In Galleria Mazzini, in quello che fu il salotto ottocentesco della Superba, nelle notti dopo le prime teatrali al vicino Carlo Felice, pare che un uomo elegante sulla cinquantina transiti di qui scomparendo nel nulla una volta giunto in Piazza Corvetto.



28. Il fantasma di Leyla Carbone

(...continua)


29. I progettisti di San Lorenzo

Nella notte di vigilia di San Giovanni si narra che si riunirebbero davanti alla Cattedrale di San Lorenzo tutti i progettisti, gli artisti e i manovali che nei secoli contribuirono con il loro lavoro alla costruzione del Duomo di Genova.

Un veduta notturna della cattedrale di San Lorenzo
(foto di Antonio Figari)


30. I fantasmi della necropoli di Piazza San Lorenzo

Lo spazio dove oggi vi è la piazza antistante la Cattedrale San Lorenzo in epoca pre-romana e romana era una necropoli: molti sarcofagi rinvenuti negli scavi furono riutilizzati inserendoli in facciata del Duomo ed ancora oggi sono visibili.
Si dice che ancora vaghino nella piazza le anime di coloro che qui trovarono riposo eterno.



31. Il fantasma di Tommasina Spinola

(...continua)



32. I condannati a morte di Piazza Cavour


Nell’odierna Piazza Cavour vi fu per molto tempo la dimora del boia che, poco distante, in cima al Molo, eseguiva le esecuzioni capitali: ancora oggi c’è chi dice di sentire il lamento dei condannati che di qui transitavano poco prima di morire e il fragore della folla che incitava il boia a compiere il suo dovere.
Ed intanto la testa del boia se ne sta murata nel palazzo che fa angolo con Via del Molo (come Vi ho raccontato al paragrafo 29 nella pagina de le PIETRE parlanti) ad osservare i condannati che transitano di qui. O forse che sia la testa di uno dei condannati schizzata fin lassù?



33. Il carro di Porta Siberia

Da Porta Siberia inizierebbe il suo errare per i vicoli della Superba un carro di anime erranti, che sia lo stesso che molti affermando aver visto transitare per Porta dei Vacca per poi sparire sulle alture e di cui Vi parlo al paragrafo 1 di questa pagina?


34. Il messaggero in San Bernardo

Si dice che, in Via San Bernardo, si possa incrociare talvolta un uomo vestito con abiti medievali che di corsa si dirige verso un palazzo nei dintorni: se vi capiterà di incontrarlo noterete che in mano reca una missiva sigillata con la ceralacca il cui contenuto, ahimè, non ci è dato sapere. 


Le storie sui fantasmi in giro nei vicoli di Genova non sono finite...





(...continua)







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42 commenti:

  1. bello peccato non citiate le fonti!!

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    1. Ciao! Le fonti dalle quali attingo per questa come per le altre pagine sono molte: soprattutto vecchi libri e racconti di coloro che abitano i vicoli che sin da piccolo ascolto con molta curiosità. Se vuoi approfondire quello che trovi in queste pagine ti consiglio di andar nei mercatini in giro per le vie di Genova e in qualche libreria dei vicoli e cercar vecchi testi nei quali è descritta Genova nel suo antico splendore. Oppure, continua a seguirmi qui... ho ancora un sacco di cose da raccontare!

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  2. Mi interessa molto, questa pagina! Pensavo proprio oggi che uno dei difetti della nostra meravigliosa Genova è quello di mancare un po' di folclore, forse perché i genovesi sono un po' chiusi e riservati, se lo tengono per sé! "Genova è la patria di gente geniale e aspra, nata per domare il mare e dominare le tempeste… razza forte, piccola e dura, dotata di un carattere d'acciaio, di non so quale punta adatta a penetrare il ferro".
    (1853- Jules Michelet, storico francese. Ciao, amico.

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    1. Eh sì, è nel carattere di noi genovesi l'esser riservati e poco avvezzi a mostrar le nostre bellezze: basta pensare ai tanti palazzi dei vicoli poco decorati all'esterno che nascondono splendidi cortili, ninfei, scaloni e saloni nobiliari affrescati all'interno. Il vecchio adagio genovese "o cû e i dinæ no se móstran a nisciùn" riflette più di tante parole questa caratteristica tutta genovese!
      Questa riservatezza tuttavia impedisce a Genova di essere conosciuta nel mondo e spesso dagli stessi genovesi.

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  3. Ancora una cosa! Leimmagini! Che meraviglia! Sono le piùbelle immagini di Genova che io abbia mai visto! Complimenti!

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    1. Ti ringrazio moltissimo per le Tue parole.
      Il merito però non è tutto mio: il soggetto del mio obiettivo, Genova, è così bello che facilita la buona riuscita delle mie foto!

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  4. ciao , complimenti per pa pagina!...l'ho trovata molto interessante...ci sono arrivata per caso perchè cercavo notizie sul fantasma del teatro di carignano, ma non trovo niente...ne sai qualcosa?...
    grazie mille

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    1. Ciao, mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo dovuto alle mie ricerche sul fantasma da te citato. Credo sia un fantasma legato al teatro che sorgeva nei pressi di Via Corsica ma purtroppo per il momento nulla di più sono riuscito a scoprire. Se e quando riuscirò a trovare qualcosa lo riporterò in questa pagina.

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  5. diciamo che buona parte di questa pagina è attinta dal volume Genova Magica spettri demoni ed altri misteri editore de ferrari autore alex

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    1. Ciao, il volume da te citato raccoglie molte interessanti storie sui fantasmi che abitano i vicoli della Superba. E' una delle fonti dalle quali attingo ma non l'unica.
      Per questa come per le altre pagine le fonti sono molte: soprattutto vecchi libri e racconti di coloro che abitano i vicoli che sin da piccolo ascolto con molta curiosità.

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  6. cmq complimenti per il tuo lavoro davvero magistrale
    drake

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  7. Ciao , a proposito di Stradella, segnalo il bel romanzo di Ragni "Il cadavere di Piazza Banchi" edito da F.lli Frilli. Vi fà addentrare nella Genova rinascimentale.
    Complimenti vivissimi per questo sito, lo sto pubblicizzando a destra e manca !!

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    1. Ciao, Ti ringrazio per il Tuo suggerimento letterario: andrò sicuramente in libreria ad acquistarlo! Come puoi immaginare mi piacciono molto i libri che parlano di storie ambientate nei vicoli!
      E grazie per diffondere il mio sito a destra e a manca!

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  8. Sito meraviglioso che mi rende meno lontano dalla mia Zena! Non smettere mai!

    Fabio

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    1. Caro Fabio, Ti ringrazio!
      Non preoccuparti, non smetterò: sono ancora tantissimi i segreti dei vicoli da svelare!

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  9. Complimenti. Complimenti veramente! Siete bravissimi! Genova specchio della cultura. E' giunta l'ora di valorizzare questa meravigliosa città.
    Ancora complimenti.

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    1. Caro "Symphytum",
      Ti rigrazio per le Tue parole (e grazie per il "plurale maiestatis"; in realtà sono solo!).

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  10. complimenti, veramente un bellissimo sito, spero un giorno di poter abitare nel centro storico, nel frattempo ci vado spesso è la meta preferita delle mie passeggiate

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    1. Grazie, felice di sapere che ti piaccia il mio sito.
      Come immaginerai, i vicoli sono la meta preferita anche delle mie passeggiate!

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  11. dovrebbe esistere un blog come il tuo per ogni quartiere di genova!

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  12. bellissimo sito. Me l'ho inviato oggi mio figlio dalla Svizzera. Mi riporta nella Genova dei miei anni giovanili quando frequentavo il Vittorio Emanuele e passavo spesso per quelle zone del Centro Storico. Grazie e saluti dalla Francia.

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    1. Ti ringrazio per il Tuo commento.
      Un saluto dai vicoli di Genova.

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  13. Complimenti, mi ha fatto conoscere qualcosa in più della mia città del cuore!

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    1. Felice di sapere che, grazie al mio sito, hai imparato qualcosa di nuovo della nostra città del cuore!

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  14. Abbiamo visitato da pochi giorni l'albergo dei poveri e qualche anno fà l'Escurial. Sono identici. Peccato che questo non lo conosca nessuno mentre l'Escurial è di fama mondiale. Siamo proprio dei belinoni. Grazie Antonio.

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    1. Eh sì, purtroppo Genova spesso cela nascosti i suoi tesori.
      Per fortuna, negli ultimi anni, è iniziato un processo virtuoso e la Superba ha iniziato a farsi conoscere ed apprezzare sempre più per la splendida città che è.

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  15. Finalmente cercando in rete "leggende genova" sono giunta a questo bellissimo sito! !
    Sono 20 anni che l'argomento mi appassiona!
    Ma..non solo leggende" anche storie!
    Ah! Tempo fa son venuta a conoscenza da una sig.ra ormai in pensione che presso l'odierno istituto bancario (credo ci sia ancora) in p.zza Banchi mi pare fosse il San.Paolo ma occorre verificare.. in tarda serata le signore che lavoravano come addette pulizie (la signora della quale ho accennato era una di queste) si trovavano spesso un disordine di fogli a terra ed in ogni dove, tanto che pensavano vi fossero finestre aperte e responsabile il vento....ma non era cosi..cercarono di fare una ricerca in merito e vennero a conoscenza di una presenza" pare un bancario che ancora in quelle stanze dimorava senza trovare pace.
    Tanto che..per molti anni; singolare fatto, una pare veggente/cartomante occupò con il suo tavolino e sgabello il gradino della banca con il permesso dei vari direttori! Sembra che con quella donna giornalmente "accampata" (anch'io la notai negli anni 90..) disordine so riducete notevolmente ed anche rumori vari propri di un ufficio d altri tempi.
    Spero d'averle fornito uno spunto per una ricerca più dettagliata..
    Grazie per ciò che ha reso pubblico in maniera così magistrale!
    Daniela

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    1. Cara Daniela,
      La ringrazio moltissimo per il Suo spunto di riflessione.
      Indagherò su questa presenza in Piazza Banchi.
      E un grazie per il "magistrale".

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. ricerche stupefacenti: di qualche fantasma ero a conoscenza, di altri da te narrate no. Complimenti, continua così, la mia Genova non finirà mai di stupirmi! Dispiace che I centri storici di tutto il mondo siano stati mantenuti solo I politici di Genova hanno deciso, nel passato di radere al suolo tutto ciò che di bello e antico c'era a Genova. Anche nelle scuole genovesi non si spiega nulla della nostra stupenda città: quando io andavo a scuola avevo una meravigliosa insegnante che ci spiegava tutta la storia della citta... Ora si parla soltanto delle repubbliche marinare... Che tristezza!

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    1. Cara Clara,
      grazie per le Tue parole.
      E' proprio vero: Genova non smette mai di stupire.
      Purtroppo, come dici giustamente, nelle scuole non si racconta la storia della nostra splendida città. Speriamo che in futuro questo atteggiamento cambi e, soprattuto, si torni a vedere il nostro centro storico come un museo a cielo aperto, quale è, valorizzandolo a dovere.

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  18. Si è cancellato il mio messaggio volevo complimentarmi per il sito bellissimo. E grazie per descrivere la mia Genova con così tanto amore

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  19. In Salita San Nicolosio, e per la precisione in Salita delle Monache Turchine, la creusa che costeggia il complesso delle case "nuove" che porta in Corso Carbonara; i miei bis-nonni mi raccontavano che una notte scendendo per la salita sopraddetta, sentirono un rotolare di pietre alle loro spalle e nel buio della notte videro una suora senza testa. Parliamo del secondo dopo guerra.Trovarono nella fase di costruzione delle nuove case sulle fondamenta del Monastero numerosi resti umani di piccole dimensioni "senz'altro bimbi lasciati nella ruota del Monastero.

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    1. Molte sono le leggende legate ai luoghi ove un tempo sorgevano conventi e monasteri: un giorno parlerò sicuramente dei fantasmi nei pressi del Monastero delle Turchine.
      Ti ringrazio fin d'ora per il Tuo spunto per le mie ricerche.

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  20. Gentile Antonio:
    Sono un Tour Operator e le scrivo dalla California. Le sarei grato poterci sentire o telefonicamente o via Skype/What's up, ecc, dopo che ho scoperto il suo bellissimo sito.
    Con il suo aiuto vorrei mettere assieme degli itinerari nella sua Genova per la nostra clientela interessata a fantasmi, esoterismo, misteri, ecc.
    Operiamo nel turismo da oltre 30 anni con massima serieta' di impegno.
    Cordiali saluti.
    Roberto Torrini
    robertotorrini@netscape.net

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  21. Bello..... bello ed entusiasmante.... complimenti

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  22. Ciao, complimenti per il tuo sito: Sei anche su C'era una volta Genova? Mi pare di averti visto lì. Ho due curiosità, che risalgono a circa 60 anni fa, quando mio padre mi raccontava di un mendicante che chiedeva a san Giovanni Battista (altare in s. Lorenzo)de toccà e seu moulette in te lampette do santo, cioè voleva intingere i suoi pezzi di pane nell'olio sull'altare di san Giovanni Battista: ne sai niente?L'altra leggenda/curiosità si riferisce alla popolana fatta annegare da un potente tirchio, e mentre annegava faceva l'atto di schiacciare i pidocchi con le dita ( a pigoggiosa) Anche di questa sai qualcosa? Grazie

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